Quello che è accaduto in questi giorni nel sito industriale più importante del centro sud, è un paradigma di quello che è accaduto in tutti questi anni e fa emerge un dato drammatico : ancora una volta i lavoratori sono stati considerati come materiale. Materiale di scambio del lavoro, che non viene più tutelato, ma gestito. Materiale di scambio dei diritti, sempre più barattati sull’altare del profitto. E adesso siamo arrivati addirittura a svendere le salute in cambio dell’operatività e dell’immagine.
In questi giorni tanti lavoratori si stanno rivolgendo a noi per organizzarsi con USB, e questo evidenzia sicuramente il fatto che sono stati lasciati soli, abbandonati dalle istituzioni e “traditi” anche dalle organizzazioni sindacali confederali che ancora una volta si sono distinte nella volontà evidente di non voler disturbare il manovratore.
Ma si sono rivolti ad USB anche perché in tutta questa storia abbiamo dimostrato di aver tenuto la barra dritta, sempre, anche nei momenti difficili quando la realtà sembrava aver superato l’immaginazione. Io credo che abbiamo davanti a noi ancora della strada da fare, ma abbiamo deciso di caricarci di questo impegno. Perché quando credi nella verità’ ti prendi sulle spalle anche quello che sembra impossibile, ma il peso non lo senti perché è più pesante abbassare la testa davanti all’ arroganza e all’ ingiustizia.
La sfida non è solo dare giustizia alle migliaia di lavoratori che con i loro polmoni stanno facendo da filtro al Terminal 3 dell’ aeroporto di Fiumicino in queste giornate così calde. La sfida, è anche ricostruire un tessuto generale di consapevolezza tra lavoratori. Perchè la frantumazione di questi anni lasci il passo ad nuova coscienza sociale.
rimbocchiamoci le maniche e andiamo avanti!
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