La gestione delle scuole comunali sotto l’amministrazione Giachi lascia sempre più sconcertati ogni giorno che passa. Il bando di appalto non ha previsto che venissero applicati i contratti nazionali della scuola. Le cooperative che si sono aggiudicate l’appalto hanno quindi cercato personale secondo il loro contratto per il profilo di educatore, proponendo il livello più basso (D1) e un inquadramento part time, visto che 25 ore frontali a settimana sono full time solo nei contratti della scuola. Il risultato di questa proposta è stato uno stipendio da circa 750 euro al mese e circa 400 per i mesi di luglio e agosto. Poco più della metà di quanto percepiscono le maestre comunali anche a tempo determinato.
Così molte delle maestre che fino all’anno scorso hanno lavorato da precarie del Comune e che hanno superato un concorso, hanno rifiutato. Le cooperative si sono trovate in difficoltà: ancora venerdì 5 settembre giravano pubblicamente su fb post come questo:
Mancavano infatti all’appello ancora molte/i insegnanti e intere scuole erano scoperte. Lunedì 7 settembre pare che avessero trovato tutto il personale: immaginiamo quanto la selezione sia stata accurata.
Fino a questo punto, il Comune non si è interessato di cosa stesse succedendo, pur sapendo che le attività a scuola iniziano il 1 settembre e che il 15, giorno in cui le bambine e i bambini entreranno in classe, è vicino. Né le maestre né noi genitori siamo stati informati su niente, neppure sono stati previsti incontri o riunioni e nelle scuole appaltate si sta facendo la programmazione con la metà esatta del personale docente. L’assessora infatti ha deciso di non venire nelle scuole, ma di andare alla Festa de L’Unità a sbandierare un presunto ‘modello di innovazione’.
Annunciata la protesta di maestre e genitori, scoperto che i mezzi di stampa sarebbero stati presenti, ecco che l’assessora Giachi si sveglia e convoca le coop concertando il 7 settembre stesso alle ore 18 un lieve miglioramento: che non si applichi il livello D1, ma il D2 dello stesso contratto. Un accordo che viene rivelato volutamente a sorpresa ieri sera e che gli stessi lavoratori che hanno accettato e firmato nei giorni precedenti ignoravano. Chi era stato in primo luogo selezionato e ha rifiutato l’incarico meno di una settimana fa, non ha avuto neppure la possibilità di conoscere la vera proposta contrattuale. D’altra parte, finché non si organizza una protesta e finché non c’è la stampa, l’assessora non ha tempo di interessarsi alle bambine e ai bambini iscritte/i alle scuole comunali.
Strappate condizioni leggermente più vantaggiose esattamente 60 minuti prima dell’inizio del dibattito, l’assessora corre a vantarsene dal palco della festa de L’Unità. Ed ecco le sue dichiarazioni:
“Siamo molto soddisfatti di questo, molti degli insegnanti che lavoreranno nelle cooperative non lo sanno ancora, il presidente delle cooperative mi ha detto che risponderanno al capitolato con l’inquadramento del contratto collettivo corrispondente alla figura di insegnante. […]Si parla di un accordo inquadrato nella categoria D2 delle cooperative sociali che è la categoria prevista per le insegnanti e che prevede un netto di 890 euro mensili […]”
Ancora una volta bugie. Il CCNL delle cooperative sociali non prevede a nessun livello il profilo docente, e quindi nemmeno allo sbandierato livello D2 che qui riportiamo, invitando chiunque a verificare coi propri occhi (http://www.fpcgil.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/737 ; ):
Con il nuovissimo accordo il personale in appalto guadagnerà un po’ di più: quindi un netto di circa 810 euro al mese, che diventeranno circa 480 per i mesi di luglio e agosto. E’ facile fare i calcoli: di nuovo non si arriva neppure a 800 euro. Se vogliamo contare gli 80 euro di Renzi, che però -ricordiamolo- non sono un emolumento garantito, comunque si arriva a circa 830 euro. Insomma, gli 890 tanto sbandierati non esistono. Per il resto, tutto permane invariato: inquadramento part-time e lavoro full time, non parteciperanno alla programmazione e quindi alla stesura del POF, non attueranno la programmazione di sezione, ma solo le attività aggiuntive. Il collegio docenti sarà ritenuto valido anche senza la partecipazione di questo personale, proprio perché non è personale docente.
L’assessora mente sapendo di mentire sul profilo e sul ruolo di questo personale.
Chissà se mente anche quando dice ‘siamo soddisfatti’. Davvero pensa che un insegnante laureato e abilitato, che passa 25 ore a settimana da solo con classi di bambine/i da 3 a 6 anni e altre 100 ore annue fra riunioni e formazione, sia un lavoratore part time? Se anche fosse vero, davvero pensa che sia legittimo e soddisfacente che non arrivi a guadagnare 900 euro al mese? L’istruzione delle bambine e dei bambini vale così poco per il Comune di Firenze?
Ieri sera ci siamo sentite/i dire dalla vicesindaca che si merita il suo stipendio -sicuramente più congruo – perché ‘ci sopporta’. Ma noi siamo i cittadini e le cittadine del Comune che lei amministra, non vogliamo essere sopportate/i, vogliamo essere ascoltate/i. E a noi deve rendere conto perché pur spendendo gli stessi soldi, pur non risparmiando niente, il Comune ha dimezzato docenti e istruzione nelle scuole in appalto.
Ci siamo sentiti dire che il fatto che con questi contratti il personale in appalto risulta demansionato, sottoinquadrato e sottopagato non la riguarda, è un problema dei sindacati. Ma davvero possiamo pensare che un’amministrazione che cancella per propria delibera posti di lavoro stabili e dignitosi e li fa sostituire con contratti come questo non abbia responsabilità? E un’amministrazione può dichiararsi soddisfatta, come fa la vicesindaca, di una simile situazione?
Un’amministrazione che si fosse posta degli obiettivi etici anche minimi non avrebbe potuto avallare questo scempio del diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini come della dignità di personale qualificato e di una mansione tanto delicata.
Ma la lunga, ormai lunghissima serie di bugie che ci sono state propinate lo confermano: far guadagnare privati e cooperative sulla pelle della città intera è l’unico obiettivo di questa giunta, perseguito con zelo forsennato. L’etica, la morale, la dignità del lavoro, il diritto all’istruzione, la qualità didattica, la formazione, il rapporto con la cittadinanza: niente di tutto ciò abita più a Palazzo Vecchio.
LINK:
http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/basic/PublishingBlock-0f7d1998-654b-4a4d-8455-2d2a1121bfb2.html
Portavoce del comitato per interviste:
Francesca Vadi 333.2216301
Francesca Di Marco 335.6343716
Veronica Dolfi 347.0889969
Davide Arca 347.9460034
Chiara Batistini 333.3035161
Chiara Carletti 339.1694200
Scuola dell’Infanzia, ancora un appalto sulla pelle dei lavoratori
E’ arrivato settembre ed è venuto il momento di fare i conti con la riforma delle scuole dell’infanzia fiorentine, che tanto ha fatto discutere nei mesi passati. Purtroppo dobbiamo constatare che i timori espressi qualche mese fa e che hanno dato vita ad accese polemiche e a molte partecipate manifestazioni ignorate completamente dai palazzi del potere, si sono avverate: 56 sezioni della scuola comunale dell’infanzia, di fatto nel pomeriggio non saranno più scuola. Sono state appaltate le ore pomeridiane ai privati e le cooperative che hanno vinto il bando non applicheranno un contratto valido per i docenti, ma il contratto delle cooperative sociali inquadrando il personale nel profilo di educatore. Questo significa due cose: assunzione di personale qualificato, con esperienza e abilitato che però viene demansionato e sottopagato (650-700 €). E che i bambini e le bambine delle sezioni interessate il pomeriggio non faranno scuola, ma qualcosa che scuola non è, perché manca la figura professionale che della scuola è il perno: l’insegnante.
In più i lavoratori e le lavoratrici che accetteranno questo lavoro non potranno neanche avere un punteggio nella graduatoria delle insegnanti
Non si può fare a meno di dire che avevamo previsto le gravi falle di questo sistema, pubblicizzato dall’Amministrazione come il migliore che ci sia, ma che in realtà nasconde una nuova fabbrica di precari, differenze tra lavoratori e oggi per la prima volta anche tra fruitori, perché i bambini e le bambine delle 56 sezioni appaltate non faranno scuola nel pomeriggio, come tutti gli altri. Ma soprattutto nasconde la vera grande piaga odierna della pubblica amministrazione: l’appalto, che non serve a risparmiare ma solo a prendere la giusta retribuzione di un onesto lavoratore e dimezzarla, per far arricchire i soggetti terzi che si interpongono tra il reale datore di lavoro (il Comune in questo caso) e il lavoratore.
L’USB ribadisce che una situazione del genere è inaccettabile, e chiede a gran voce che, come già successo a Bologna e ad Arezzo, il Comune faccia un passo indietro ed assuma direttamente le insegnanti della scuola dell’infanzia.
Altri sindacati hanno preventivamente siglato intese con le cooperative che hanno vinto il bando, anche se i lavoratori ancora non sono stati di fatto assunti. Noi invece vogliamo che siano i lavoratori stessi a rivolgersi al sindacato e a scegliere insieme al sindacato la strada migliore per far valere i propri diritti, perché non c’è sindacato che non parta dai lavoratori!
Perché non siamo sudditi, siamo cittadini ,ed insieme, siamo invincibili!
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