Menu

Francia. Cinque arresti per una camicia padronale strappata

L’ora della vendetta arriva nella forma classica, per noi, ma quasi come una sorpresa per le abitudini del conflitto sindacale francese. Cinque dipendenti di Air France arrestati oggi dopo essere stati selezionati in base ai filmati di pochi giorni fa, quando avevano a centinaia fatto irruzione nella riunione del cda che stava decidendo 2.900 licenziamenti.

I cinque sono quasi tutti addetti ai magazzini del comparto cargo (trasporto merci), ovvero una quota rilevante di quei servizi di terra che costituiscono buona parte degli “esuberi” programmati. Tra loro ci sono dei delegati sindacali “ufficiali” (Cgt e Force Ouvriere) e, al contrario di quanto sarebbe avvenuto in Italia, non sono stati affatto scaricati dalle loro organizzazioni. Già stamattina era in corso una protesta contro gli arresti e in solidarietà con i colleghi nei pressi dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi.

Anche i toni usati sono parecchio duri: per Christophe Malloggi, di FO, anche le modalità dell’arresto sono state assurde, nemmeno «fossero componenti di una famigerata banda criminale o trafficanti di armi».

E dire che in fondo i due dirigenti “denudati” – ma non picchiati – non avevano riportato né ferite né contusioni, nonostante gli animi fossero piuttosto esasperati. Il direttore del personale, Xavier Broseta, e l’altro alto dirigente, Pierre Plissonier, erano stato fatti fuggire scavalcando delle recinzioni, protetti dei guardioni della sorveglianza interna.

In tutti si erano registrati sette contusi, tra cui una guardia privata che nella ressa aveva battuto la testa, perdendo i sensi. Tutto qui.

Gli arresti di operai in lotta, dicevamo sono un autentica novità negativa nella gestione del conflitto sociale in Francia. Non che fossero mai mancati denunce e anche arresti, ma per episodi decisamente più gravi. La tradizione francese infatti riconosce ai dipendenti il diritto di far cagnara quanto ritengono necesario per farsi sentire dalla controparte padronale; e viceversa i lavoratori stanno in genere ben attenti a non trasformare le contestazioni in risse con feriti. Si possono insomma fare scioperi anche durissimi, ad oltranza e senza preavviso alcuno (quanta differenza con la situazione nostrana, vero?), e anche qualche “subbuglio” di piazza è ampiamente ritenuto nella norma. Con gli ovvi limiti del codice penale, ma con parecchia comprensione di fronte all’esasperazione dei lavoratori.

Anche nell’episodio dello “spogliarello” la polizia non si era fatta minimamente vedere, nonostante il quartier generale di Air France sia uno dei tanti edifici pubblici sottoposti a sorveglianza palese. Era la regola: operai e imprenditori se la vedono tra di loro, la polizia controlla soltanto che non si trascenda.

Che ora si proceda agli arresti è dunque una rottura abbastanza seria con la tradizione francese. E fa assomigliare Parigi un po’ di più alle altre capitali dell’infamia autoritaria capitalistica. Ma del resto, su qualunque piano, la governance dell’Unione Europea si fa sentire, premendo per l’omogenizzazione delle politiche “dure” nei confronti dei lavoratori.

Il capitale multinazionale europeo ha un comando unificato e una politica tendenzialmente uniforme. Dalla nostra parte, invece, stiamo ancora all’ognun per sé o quasi…

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *