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Roma. Sciopero dei trasporti, il prefetto precetta i sindacati

Dopo l’ordinanza di precettazione da parte del Prefetto Gabrielli, che limitava a sole 4 ore lo sciopero indetto inizialmente per l’intera giornata venerdì 20 maggio da USB, Faisa Confail, Sul CT, UTL e Orsa, le organizzazioni promotrici differiscono la protesta al 31 maggio prossimo, con identiche modalità attuative: intera giornata con le fasce di garanzia inizio servizio/8.30 e 17.00/20.

“Con  le ormai consuete scuse dei pellegrini ed il concomitante sciopero della scuola, il Prefetto aveva ridotto lo sciopero in Atac a quattro ore. In questo modo lo sciopero sarebbe stato pressoché annullato – osserva Gianfranco De Benedictis, dell’USB Lavoro Privato – perché i lavoratori debbono portare a termine le ultime partenze, che vanno garantite fino al termine della prima fascia di garanzia, e rientrare in servizio prima delle 12.30, in modo  da consentire la riattivazione del servizio”.

“Ormai è divenuta una prassi – denuncia il sindacalista –  anche nelle giornate in cui il Ministero dei Trasporti autorizza le azioni di sciopero, la Prefettura adduce motivazioni alquanto deboli per utilizzare la precettazione come strumento di interdizione e di soppressione del conflitto”.

“Conflitto che viene esercitato dai lavoratori quale strumento garantito dalla Costituzione – sottolinea De Benedictis –  posto in essere in Atac solo perché l’azienda e le istituzioni non manifestano alcuna apertura verso le serie problematiche dei lavoratori. Per questo abbiamo congiuntamente deciso di scioperare l’intera giornata, differendo lo sciopero al 31 maggio”.

“Non bastano però le restrizioni dell’ ‘intesa giubilare’, che peraltro noi non abbiamo sottoscritto. Ora  la Commissione di Garanzia vuole imporre ulteriori limitazioni, di cui vorrebbe comunque l’esigibilità anche a fronte di un pare contrario dei sindacati. Per questo l’ USB, a fronte dell’ennesimo attacco al diritto di sciopero, si riserverà di valutare tutte le azioni possibili a difesa della costituzione e dei lavoratori”, conclude il sindacalista dell’Usb De Benedictis.

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