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Lampedusa. Tre giorni di sciopero nella raccolta rifiuti. Da mesi lavoratori senza stipendio

In questi anni (di sicuro dal 2010) gli operatori ecologici di Lampedusa ricevono gli stipendi con ritardi che vanno dai 3 ai 6 mesi, tutte le istituzioni preposte non hanno trovato una soluzione per risolvere il problema definitivamente, i lavoratori sono stati ricattati e minacciati.

A bocca del sindaco, prima manovrati dalle ditte per avere i soldi dal comune e oggi manovrati dal sindacato USB contro il sindaco per motivi politici — insomma, secondo il sindaco si tratta di lavoratori che si fanno manovrare da tutti e non hanno invece enormi problemi derivati dalla mancanza degli stipendi.

In questi anni si sono tentate diverse strade per avere riconosciuto il diritto ad essere pagati e, da dicembre 2015, quando il sindacato USB ha cominciato a lavorare su questa vertenza, si sono praticate tutte le azioni previste per legge, che purtroppo non hanno mutato la situazione.

Questa mattina è arrivato il pagamento di Aprile; restano maggio e oggi – a detta delle ditte e del comune – scadeva giugno. Per noi Giugno scade il 3° di Giugno e non il 15 di luglio, ed il fato che le ditte abbiano la possibilità di pagare entro il 15 del successivo mese è ammissibile se manca il pagamento da solo un mese. Quindi abbiamo 2 mesi di ritardo nel pagamento, la quattordicesima e per essere pignoli siamo a metà del mese di luglio.

I lavoratori stanchi di subire ed hanno deciso di scioperare per 3 giorni consecutivi anche forzando le attuali leggi volute dal governo Renzi sotto dettatura della Troika che hanno dato la mazzata finale ai lavoratori. Ricordiamo al sindaco di Lampedusa che le leggi non sono la verità divina ma il frutto di interessi e processi storico-politici e che quando è il caso (come questo) secondo noi le leggi vanno contestate e disobbedite.

Giorno 13 luglio (terzo giorno di sciopero) le ditte del raggruppamento ISEDA (1) facevano arrivare sull’isola alcuni operai da Agrigento per svolgere il lavoro al posto dei lavoratori di Lampedusa.

Ci chiediamo: con quali soldi hanno pagato questi lavoratori, i biglietti dell’aliscafo, il vitto e l’alloggio?

DINAMICHE

Mauro Landri, responsabile dell’ISEDA che si trovava sull’isola, si recava nella discarica e sequestrava le chiavi dei mezzi e cambiava il lucchetto al cancello.
I lavoratori di Lampedusa in accordo con il sindacato USB decidevano di presentarsi in discarica la sera del giorno 13 Luglio insieme alle famiglie per parlare con i lavoratori venuti da Agrigento e riprendere il lavoro anche con loro.
La scelta di presentarsi già la sera del 13 era dettata dal fatto che non si sapeva quando i lavoratori venuti da fuori avrebbero cominciato a lavorare.
Nella notte (ore 4) si presentavano i lavoratori venuti da Agrigento con una volante dei Carabinieri e i lavoratori di Lampedusa chiedevano alle ditte e ai lavoratori di Agrigento di uscire insieme a lavorare per ripulire l’isola ma le ditte rispondevano attraverso un operaio in contatto con loro che gli operai di Lampedusa erano sospesi dal lavoro. Dopo una mediazione dei Carabinieri locali si rimandava ad una comunicazione del Prefetto che sarebbe dovuta arrivare nelle prime ore della mattinata (questo è quello che ci veniva comunicato dai Carabinieri).
In mattinata ci viene detto dagli operai di Agrigento che con la nave arriveranno dei cassoni per la spazzatura dell’ISEDA e che bisognava prendere all’interno della discarica dei mezzi per trainarli.
Gli operai dell’isola rispondevano che erano disposti ad andare loro stessi a prendere i mezzi sulla nave ma non volevano che gli operai di Agrigento lo facessero da soli, e a quel punto si decideva un blocco dell’entrata alla discarica, ma sempre con la proposta di uscire a lavorare.
Sempre nella mattina del 14 arrivavano i telegrammi con la sospensione dei lavoratori, la quale non era motivata da nessuna causa. Sospensione assolutamente anti sindacale che è già stata impugnata dall’USB.
In discarica arrivavano altri Carabinieri, alcuni dei quali in assetto antisommossa, che si schieravano con manganelli e scudi; Guardia di Finanza, Vigili Urbani, Vigli del Fuoco, funzionari della Polizia in borghese in numero almeno doppio di quello di lavoratori familiari.
La comunicazione del Prefetto, intanto, non arrivava, ma sul posto si recava il Comandante dei Carabinieri di Lampedusa De Tommaso che chiedeva di parlare con un operaio per conoscere la situazione. Il delegato sindacale dell’USB Giacomo Sferlazzo rispondeva al Comandante dei Carabinieri che avrebbe parlato lui in rappresentanza dei lavoratori come stabilito coi lavoratori stessi, ma il Comandante diceva “Io non parlo con Sferlazzo”; questo veniva ripetuto più volte e Sferlazzo controbatteva che il Comandante non stava riconoscendo una carica sindacale e che il fatto era assai grave. Più avanti il Comandante rivolgendosi ad un operaio di Lampedusa diceva “Ma come mi avevi detto che erano solo tre o quattro che volevano scioperare?”.

Dopo una notte insonne e una mattinata di pressione enorme con uno schieramento di forze dell’ordine degna dei più pericolosi criminali, il Prefetto chiedeva un incontro con i lavoratori di Lampedusa.
All’incontro partecipavano: i lavoratori – Enzo Amato (delegato sindacale USB), Pino Faraglia, Pino Tuccio, il delegato sindacale USB Giacomo Sferlazzo, il Prefetto di Agrigento Nicola Diomede, il Sindaco di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini e il responsabile dell’ISEDA Mauro Landri.
All’incontro assistevano anche diversi dipendenti comunali, forze dell’ordine, il membro del Meetup di Lampedusa e Linosa del M5S Loreto Cardella, e due turiste che erano solidali con i lavoratori di Lampedusa e indignate per la situazione che si era venuta a creare e che nessuna delle istituzioni riesce a risolvere in maniera definitiva.

Dalla riunione emerge quanto segue:
1) Il Prefetto affermava che i ritardi nei pagamenti sono inevitabili e che in altre zone del sud Italia ci sono lavoratori che percepiscono lo stipendio anche con più mesi di ritardo e che quindi i lavoratori di Lampedusa dovrebbero essere anche contenti. Che ovviamente è una situazione che al Prefetto non piace ma è così; Che le Ditte sono già sovraesposte con le banche e non possono fare altri prestiti; Che i lavoratori avevano fatto un’azione fuori legge (cioè non lavorare per 3 giorni per avere quattro mesi di stipendio) e che bisognava pensare anche alla situazione generale dell’isola e agli altri; Che la soluzione era che i lavoratori intanto rimanessero sospesi per poi rientrare al lavoro e ricevere lo stipendio quando arriva, facendo qualche sciopero legale — che con le leggi attuali si tradurrebbe in uno o due giorni massimo (ricordiamo qui che la prefettura ha insistito precedentemente affinché uno sciopero legale fosse rimosso).
2) Il sindaco affermava che il problema dei mancati pagamenti è imputabile al fatto che pochissime persone sull’isola pagano le tasse, situazione che estendeva a tutto il sud Italia. (Ma chi è il responsabile della riscossione delle tasse? E i servizi erogati come gestione rifiuti ed acqua sono garantiti nei modi prevosti dalla legge?); Che i lavoratori avevano fatto un’azione illegale e che non è vero che i lavoratori hanno un ritardo nel pagamento di 4 mesi ma che il ritardo è solo di 1 mese.
Anche lei sosteneva che i lavoratori devono lavorare a queste condizioni. Tralasciamo qui i continui attacchi personali al delegato sindacale USB Giacomo Sferlazzo che starebbe usando i lavoratori per scopi personali.
3) Il Delegato sindacale USB chiedeva come mai, se le ditte non riescono a pagare gli stipendi (essendo questa situazione ormai una prassi consolidata e non un’eccezione temporanea), queste ditte continuino a gestire il servizio in proroga e senza contratto.
Come mai le ditte possono pagare quando vogliono e non sono illegali e invece i lavoratori se scioperano per 3 giorni di seguito anche senza l’avallo della Commissione di Garanzia per avere gli stipendi diventano pericolosi criminali? Come mai le ditte possono cambiare il catenaccio della discarica come se fosse di loro proprietà?
Inoltre Sferlazzo ribadiva che il problema più serio è che la gestione della spazzatura in Sicilia è in mano alla Mafia. Il Prefetto sminuiva l’affermazione e diceva che queste erano supposizioni di Sferlazzo. A questa affermazione Sferlazzo rispondeva che aveva dimenticato che la Mafia non esiste e che però quando ogni anno Don Ciotti con Libera organizza la manifestazione dedicata alla Legalità sull’isola la presenza delle stesse istituzioni presenti nella sala partecipano.
4) I lavoratori esprimevano la loro disperazione e chiedevano alle autorità come dovevano fare per pagare le tasse che il sindaco dice che nessuno paga se non hanno gli stipendi? Come fanno a fare la spesa? Come fanno a pagare le varie bollette? Se loro non pagano non hanno lo stessa comprensione che hanno le ditte da parte delle istituzioni.
Ogni volta che il delegato USB Sferlazzo voleva portare la questione su un piano storico-politico per rintracciare le reali cause che avevano portato alla situazione attuale, Il Prefetto ed il sindaco tentavano di restringere la situazione al fatto contingente dello sciopero non avallato dalla Commissione di garanzia e portando i lavoratori ad essere in una posizione di illegalità.

In conclusione, dopo l’azione di repressione e intimidazione svolta da ditte, comune e prefettura nei confronti dei lavoratori la situazione è questa:
I lavoratori sono sospesi a tempo da stabilire. I lavoratori dovrebbero lavorare in silenzio senza percepire lo stipendio in maniera regolare e stare in silenzio a subire tutto.
Alcuni lavoratori sono stanchi e provati altri invece più motivati di prima nel chiedere i loro sacrosanti diritti.

Come Askavusa e sindacato USB, continueremo a sostenere i lavoratori anche se tra questi ci sono molte differenze. Ci sono lavoratori che si sono rassegnati a questa situazione e altri che addirittura collaborano con ditte e comune per tenere la condizione dei lavoratori sempre uguale.

La giornata si concludeva con l’intervento di una moglie degli operatori ecologici che chiedeva ad un funzionario di Polizia come avrebbero dovuto fare adesso per mangiare e il funzionario rispondeva in modo ironico di provare all’Hotspot che magari qualcosa si trovava.

D’altronde sull’isola come la gestione dei rifiuti anche l’Hotspot è affidato senza gara d’appalto dal Prefetto Diomede alla Misericordie dal 2014 ed anche su questo il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone sta indagando.

Da un articolo tratto dal sito Diario del Web l’estratto del rapporto annuale sul 2015 dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione)

“Appalti irregolari nel settore dei rifiuti. […] E “criticità molto gravi sono emerse anche in relazione alla gestione dei rifiuti in alcune realtà, per le quali non si vedono vie di uscita in tempi brevi”. E’ il caso delle Regioni Sicilia (Istruttoria ancora in corso) e Puglia, rispetto alle quali l’autorità ha potuto costatare come modelli di gestione siano ben lontani dal sistema integrato richiesto dal Codice dell’Ambiente. La presenza di molteplici soggetti ai quali risulta oggi affidata la gestione dei servizi (Comuni, Province, Autorità d’Ambito, etc.), favorita anche da logiche localistiche incertezze normative e carenze nella programmazione regionale, a determinato una frammentazione sistemica delle attività e gravi disfunzioni a valle, con “appalti affidati in modo non regolare e, in qualche caso, persino a operatori economici raggiunti da interdittiva antimafia”.

(1) Le ditte all’interno del raggruppamento ISEDA sono 3 e ricevono 3 milioni di euro all’anno circa. Dal 2010 svolgono il servizio per affidamento diretto dal comune senza una gara d’appaltoSergio Vella della SEAP (una delle dite del raggruppamento ISEDA) è compare d’anello del ministro Angelino Alfano mentre Giancarlo Alongi è cugino del deputato regionale Calogero Firetto, nuovo sindaco di Agrigento, già sindaco di Porto Empedocle per due legislature — ma a sentire il Prefetto queste sono solo coincidenze.

COLLETTIVO ASKAVUSA – SENZA PAURA!

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