“Sarà che ha perso le elezioni amministrative di giugno e che rischia di perdere il referendum costituzionale d’autunno, ma Renzi e il suo governo negli ultimi giorni sembrano essere più sensibili alle ragioni dei lavoratori pubblici, da sette anni senza contratto”, osserva Luigi Romagnoli dell’Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego.
“Renzi parla del blocco contrattuale come di un’ingiustizia e definisce lo stanziamento di 300 milioni una misura simbolica. Apparentemente sembrerebbe aver compreso il disagio dei lavoratori del pubblico impiego – prosegue Romagnoli – tuttavia il Presidente del Consiglio fa capire che gli aumenti contrattuali andranno ai più meritevoli, facendo il paio con le dichiarazioni del ministro Madia. Insomma, se da un lato non si chiarisce quanto sarà lo stanziamento per il rinnovo dei contratti, dall’altro riparte il ricatto della cosiddetta meritocrazia”.
“I lavoratori pubblici debbono ricordare che nelle passate tornate contrattuali una parte degli aumenti, invece di finire nella retribuzione tabellare, è andata nei Fondi per la produttività – sottolinea il dirigente USB – e che quelle risorse sono state utilizzate non solo per i premi di produzione, ma anche per finanziare l’organizzazione del lavoro, le indennità, le carriere”.
“Se il Governo vuole finanziare la meritocrazia, lo faccia con risorse aggiuntive. L’aumento contrattuale deve essere vero, esigibile e per tutti. Basta con le alchimie contabili e con i ricatti dei premi di produzione finanziati con i soldi dei lavoratori. In autunno questo tema farà parte della piattaforma di lotta che porterà l’USB allo sciopero generale, pretendendo atti concreti dal Governo e non solo fumose promesse”, conclude Romagnoli.
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