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Roma. Lo sciopero dei trasporti ferma la Capitale

A metà giornata già si parla del 70% delle adesioni…. e non è di venerdi, come troppo spesso e ipocritamente vengono liquidati gli scioperi nei trasporti. Hanno dunque risposto in massa i lavoratori di ATAC allo sciopero proclamato oggi da USB, ORSA TPL, FAISA CONFAIL, SUL CT, UTL: con un’adesione massiccia, che ha portato anche alla chiusura delle Metro A, B e C, della Roma-Lido e della Termini-Centocelle,

Con lo sciopero di oggi, gli autoferrotranvieri della Capitale hanno ribadito la loro imprescindibile richiesta di democrazia. "Nel luglio 2015 Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un accordo epocale in ATAC, che ha peggiorato le condizioni di lavoro e causato la perdita di una congrua parte di salario dei lavoratori", spiega Michele Frullo, dell’USB Lavoro Privato. “Il tentativo di trovare un'intesa da parte dell'assessore ai Trasporti, Linda Meleo, è stato vanificato dal diniego dall'A.U. di ATAC, Manuel Fantasia”.

Secondo il rappresentante della USB: "L’accordo Era1-Era2 è stato firmato senza procedere ad un Referendum, contrariamente a quanto previsto dal Testo Unico della Rappresentanza Sindacale, negando così il diritto dei lavoratori ad esprimere il loro parere.  Ma il millantato salvataggio di ATAC, servito a giustificare un risparmio sui costi del lavoro, non è arrivato. A distanza di più di un anno il bilancio ATAC è in notevole dissesto, mentre i lavoratori vengono continuamente privati delle più elementari salvaguardie". “La forte adesione allo sciopero di oggi è un palese grido di dissenso della categoria, che non può e non deve essere restare inascoltato. Roma Capitale, ATAC e sindacati confederali hanno il dovere morale, civile e costituzionale di restituire ai lavoratori il diritto democratico del voto sull'accordo Era1-Era2”, conclude Frullo.

Ma sull'Atac ci sono pesanti manovre in corso, anche a livello di autorità nazionali e non solo a livello locale. Lo scorso 25 ottobre il Senato ha approvato due mozioni per impegnare il Governo a mettere le mani sull'azienda municipalizzata Atac." Siamo al paradosso" denuncia Fabiola Bravi dell'Unione Sindacale di Base. "L'azienda, dopo anni di sfruttamento da parte delle passate gestioni politiche, torna ad essere l'interesse primario proprio di quei partiti che l'hanno portata verso il declino. Il Governo, anziché impegnarsi nell'elaborazione di un piano di rilancio in difesa del trasporto pubblico romano e dell'azienda dei trasporti più grande di tutto il territorio nazionale, rilancia la carta della privatizzazione come unica alternativa percorribile.  Se da una parte,  attraverso la riforma costituzionale, il Governo vuole togliere potere e autonomia a Regioni e Comuni, dall'altra spinge verso la gestione privatistica del patrimonio pubblico. Questa politica, che assicura il profitto ai privati, non reca alcun vantaggio ai cittadini e ai lavoratori. Per questo va respinta al mittente con fermezza" conclude la sindacalista. Per denunciare questa situazione, venerdi scorso, dentro il deposito Atac di via Prenestina, l'Usb ha tenuto una importante assemblea aperta anche agli utenti e alle realtà sociali.

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