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I vigili non devono essere il braccio armato delle amministrazioni

L'utilizzo sempre più frequente dei vigili urbani o dei vigili del fuoco in operazioni di ordine pubblico non trova tutti i sindacati consenzienti anzi. Qui di seguito un comunicato della Usb dopo i fatti di Napoli, dove la polizia municipale è intervenuta contro una protesta dei disoccupati.

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Polizia Locale e repressione . Oggi interventi saltuari, domani competenza principale?

Da tempo ci sgoliamo nel denunciare il cambio di indirizzo e competenze nell’ambito della Polizia Locale.
 Sempre più sotto l’impulso della “percezione di insicurezza del cittadino”, (dato assolutamente non dimostrato dalle statistiche del Ministero dell’Interno che leggono una diminuzione della microcriminalità), Sindaci di destra, di sinistra , o di post ideologia (i 5 stelle) , si affrettano nel predisporre servizi di Polizia Municipale tesi alla repressione di fenomeni di disagio sociale.
Da tempo in diverse città e cittadine, vengono dati compiti e creati nuclei per la repressione della microcriminalità, su dirette disposizioni dei Sindaci, i quali, probabilmente non conoscono o ignorano quali sono le prioritarie competenze della Vigilanza Urbana, che come abbiamo scritto tante volte: dalla viabilità, alla tutela ambientale, dai regolamenti edilizi all’abusivismo commerciale.

Competenze che sicuramente tanto giovamento darebbero alla “sicurezza urbana” e alla percezione di benessere della cittadinanza.
I fatti di Napoli di ieri, Vigili contro disoccupati, o la squadretta romana utilizzata quotidianamente per lo sgombero delle case comunali occupate, case sgombrate e poi rioccupate il giorno dopo, senza alcuna strategia sulla soluzione dell’emergenza abitativa, o i nuclei per la Sicurezza Pubblica Emergenziale pronti a distruggere insediamenti abusivi per poi vederli rinascere in altra parte della città, danno ormai la certezza che la tendenza di trasformazione della Polizia Locale in ulteriore forza di Pubblica Sicurezza,(diverse proposte di legge giacenti in parlamento viaggiano in questa direzione), sembra irreversibile.
Il motivo è semplice: in uno stato in piena crisi economica ed incapace di dare risposte alle contraddizioni sociali, è utile e a costo zero l’affidamento ai Comuni delle insolubili contraddizioni sociali delle aree metropolitane: disoccupazione, emergenza abitativa, immigrazione irregolare.

La risposta di Enti Locali ormai privi di alcuna possibilità di soluzione mediata, si riduce come al solito in una risposta repressiva, e a questo scopo vanno ristrutturate le forze della Polizia Locale, che fagocitate da Sindacalisti collaborazionisti, convincono il personale della Polizia Locale, inquadrata contrattualmente e legislativamente in ben altro ambito, che il rendersi anche loro braccio armato di politiche locali unicamente repressive, possa portare nelle loro tasche qualche soldo in più ed un autorità tutt’altro che benvoluta dalla cittadinanza.
Del resto dall’operazione “strade sicure” che ha portato nelle nostre città migliaia di militari armati, presenti in ogni angolo di strada, per prevenire il “terrorismo”, è sempre più in atto, per volere delle forze politiche  una crescente militarizzazione del territorio proprio per aumentarne il controllo, ma non per prevenire la microcriminalità o il terrorismo, ma per evitare o reprimere all’occorrenza l’esplodere di episodi di rivolta sociale dettate dal quotidiano peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, come avvenuto ieri a Napoli.
L’Unione Sindacale di Base ribadisce che il ruolo della Polizia Locale, storicamente destinata a preoccuparsi delle regolamentazione del vivere civile nelle grandi città o nei piccoli paesini, (i comuni italiani con meno di 5000 abitanti sono il 70%), non deve assolutamente trasformarsi in una forza di Polizia al servizio degli interessi politico affaristici di Sindaci incapaci di affrontare il disagio sociale, ma deve essere rilanciata come forza di Polizia capace di andare ad intervenire su:prevenzione e repressione in materia di circolazione stradale, quasi 5000 morti l’anno,
reati ambientali, come l’inquinamento dei terreni agricoli e delle falde acquifere, decoro urbano, affissioni e pubblicità selvagge che arricchiscono aziende senza alcun costo, edilizia,  controllo del territorio contro l’edilizia abusiva causa di innumerevoli tragedie.

Consigliamo ai sindaci e ai legislatori di preoccuparsi di queste insicurezze dei cittadini

Unione Sindacale di Base
 

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