Apprendiamo dalla stampa che nei giorni scorsi le segreterie di Fim Fiom Uilm hanno incontrato i vertici delle due cordate imprenditoriali in corsa per l'acquisizione del gruppo Ilva.
Sorprende che, come peraltro già accaduto, tutto proceda senza un minimo di trasparenza, senza alcun rispetto dei lavoratori interessati, della cittadinanza di Taranto.
Siamo certi che il dicastero dello Sviluppo economico si stia prodigando per costruire buone relazioni tra i vertici sindacali e quelli aziendali mosso dall'evidente preoccupazione di gestire una difficilissima vertenza, dai pesanti risvolti sociali.
Nel farlo si dimentica che nell'Ilva di Taranto esistono organizzazioni sindacali molto rappresentative, ed è inaccettabile e inverosimile che proprio il governo che dovrebbe garantire il rispetto del pluralismo politico e sociale abbia ormai deciso di affiliarsi a Cgil Cisl Uil, escludendo i sindacati scomodi.
La ragione è semplice quanto gravissima: USB viene esclusa perchè ha deciso di contrastare un piano di cessione che, con risorse pubbliche, cancellerà migliaia di posti di lavoro e continuerà a uccidere con i suoi veleni per consegnare ai privati impunità e profitti.
Noi, come USB, rivendichiamo il diritto dei lavoratori e della città di Taranto ad essere protagonisti di questa vicenda, non soggetti passivi a cui presentare il tavolo apparecchiato.
Se il governo continuerà su questa strada metteremo in campo il massimo di mobilitazione. A partire dall'assedio delle sedi in cui si discute a porte chiuse del destino di decine di migliaia di uomini e di donne, del futuro stesso di una città.
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