Da sempre l'USB Scuola organizza e promuove la lotta contro i test INVALSI. Questo perché li ritiene non solo inutili e dannosi, ma veri e propri strumenti di distorsione della didattica, volti a standardizzare e misurare le conoscenze in modo peraltro ampiamente discusso anche in ambito scientifico e pedagogico.
I test INVALSI sono l’antitesi di quei percorsi inclusivi e personalizzati che il MIUR millanta di voler mettere al centro della vita scolastica. Questa lotta si è caratterizzata come opposizione scuola per scuola, anche in accordo con studenti e famiglie, che con il cheating e con manifestazioni pubbliche hanno mostrato il loro dissenso.
Quest'anno lo sciopero indetto per il 3 maggio, data di somministrazione del test d’italiano per la scuola primaria, si è svolto regolarmente: i docenti hanno potuto aderire allo sciopero breve e organizzare una cassa di resistenza che permettesse in ogni scuola uno sciopero a scacchiera, con il conseguente blocco della somministrazione delle prove.
Non sarà invece possibile, quest'anno, unire le lotte dei docenti al dissenso degli studenti delle scuole superiori. L'USB Scuola è stata costretta a ritirare la proclamazione dello sciopero del 9 maggio. Il 20 aprile la Commissione di garanzia ha comunicato, a noi e agli altri sindacati promotori dello sciopero del 9 maggio, di essere incorsi in quella che la legge 146 definisce "rarefazione oggettiva": in poche parole, c'è una distanza troppo ravvicinata tra la nostra data del 9 e lo sciopero del 12 maggio indetto dal sindacato Usae. Abbiamo contattato il sindacato Usae perché ritirassero o spostassero lo sciopero e, al loro diniego, il 25 aprile abbiamo risposto con un appello pubblico – che è possibile trovare sul sito www.scuola.usb.it – perché il settore scuola venisse escluso dallo sciopero del 12 maggio e si potesse svolgere quello del 9 maggio. Il sindacato Usae non ha comunque voluto sentire ragioni e, di conseguenza, è stato inevitabile revocare lo sciopero.
Per queste ragioni il 9 maggio per la prima volta i lavoratori saranno impossibilitati a boicottare le prove INVALSI nelle scuole superiori. Responsabilmente abbiamo inviato la revoca nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente affinché il MIUR non arrivasse a pubblicare una circolare da rettificare il giorno dopo con tutta la confusione che si sarebbe ingenerata nelle scuole e che avrebbe danneggiato i lavoratori qualora, se non adeguatamente informati, avessero aderito allo sciopero. Conosciamo bene la pessima legge antisciopero, non ci facciamo illusioni e non abbiamo lo spirito conservatore di chi pensa che al suo interno possano aprirsi spiragli. La 146 è una catena. Altri sindacati hanno invece cercato una forzatura che sapevano impossibile, visto quanto comunicato dalla Commissione di garanzia, mantenendo la proclamazione dello sciopero fino all'ultimo momento e revocando il 4 maggio, ultima data utile, lo sciopero del 9. Nel frattempo il MIUR aveva già emanato la circolare dello sciopero con l'indizione di questi sindacati. Ovviamente, quella circolare verrà rettificata a breve, ma potrà comunque trarre in inganno i lavoratori che, se sciopereranno il 9 maggio, potrebbero subire sanzioni disciplinari pesanti. Corre quindi l'obbligo di diffondere in ogni scuola questa nota esplicativa a tutela di tutti i lavoratori e in continuità con una seria pratica sindacale pur non avendo noi alcuna responsabilità della confusione ingeneratasi a causa dell'avventurismo di altre sigle sindacali. La legge 146, che disciplina le modalità di sciopero con vincoli liberticidi, come quello del rispetto di un intervallo di giorni tra uno sciopero e l'altro, è e resta una legge da contrastare e demolire. I lavoratori delle scuole superiori non potranno scioperare come i colleghi della primaria a causa di una norma ingiusta mai seriamente contrastata dai sindacati gialli della scuola e degli altri comparti.
L'esito dello sciopero di quest'anno è per noi un segnale ulteriore di quanto sia necessario intensificare la lotta contro le leggi liberticide come la 146, frutto della politica prona al potere e ai padroni dei sindacati gialli e certo la nostra battaglia contro i test INVALSI e, in generale, contro la scuola della valutazione e delle competenze non si fermerà, continueremo a rilanciare e a lottare per una scuola diversa, centrata su un reale processo di insegnamento e apprendimento e sulla relazione educativa.
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