Dalle 10.00 di questa mattina fino alle 18.00, le lavoratrici e i lavoratori dell’Alitalia, nonostante le minacce della commissione di garanzia e dell’Enav, hanno dato vita ad uno sciopero improvviso contro le minacce di licenziamento e i tagli alle retribuzioni confermate dai commissari straordinari subentrati agli speculatori privati – italiani e stranieri – che hanno affossato Alitalia. Si calcola che almeno 200 voli Alitalia sono stati cancellati. Lo sciopero di oggi non è uno sciopero dettato dalla disperazione ma un vero e forte grido d’allarme per salvare Alitalia, i suoi lavoratori, le decine di migliaia di altre lavoratrici e lavoratori che lavorano nell’indotto aeroportuale.
Per salvaguardare un bene comune che qualcuno vuole smembrare e svendere da anni e che ha trovato oggi alcuni esponenti del governo del tutto favorevoli a questa ipotesi. Non esiste alcun grande paese che abbia una forte vocazione turistica, industriale e commerciale che non abbia una Compagnia aerea nazionale.
I lavoratori non staranno a guardare che si compia l’ennesima svendita di un pezzo del patrimonio industriale italiano.
Le alternative ci sono e sono state indicate anche con la riuscita manifestazione di ieri a Roma: un grande piano industriale di rilancio, costruito da esperti veri, un riassetto complessivo del trasporto aereo italiano con regole che valgano per tutti, investimenti e intervento dello stato, sino alla nazionalizzazione.
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