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Ilva. Confermati ma “congelati” 4.200 licenziamenti. A Taranto è sciopero

Sciopero e occupazione della palazzina della direzione  Ilva  di Taranto. Così l’USB ha iniziato la giornata in cui si è tenuto un nuovo  incontro al ministero dello Sviluppo Economico dopo la dichiarata irricevibilità del piano industriale di Arcelor-Mittal da parte del ministro Calenda. L’azienda oggi al tavolo  ha dichiarato disponibilità, a differenza di quanto formalizzato con la procedura ex art.47, a riconoscere integralmente il mantenimento della attuale struttura retributiva ed a discutere della non applicazione del Jobs Act, quindi a mantenere gli attuali diritti di legge in materia di licenziamento. Mentre ha nuovamente confermato il numero massimo di 10.000 assunzioni e quindi di conseguenza i 4200 licenziamenti.
La procedura, dichiarata irricevibile dal ministro, è stata in sostanza congelata, non ritirata, e tutto viene demandato alla trattativa  tra le parti.
Come USB, preso atto che Arcelor-Mittal nell’aprire al mantenimento dei salari attuali non fa altro che rispettare i dettami del codice civile, abbiamo considerato positiva la disponibilità a trattare sulla non applicazione del Jobs Act ai lavoratori. Tuttavia, forti di sentenze recenti, abbiamo ricordato che nel nostro paese non è possibile assumere solo una parte di lavoratori. Non è possibile, neanche con accordo sindacale, derogare alla legislazione ed alla normativa comunitaria che prevede che l’insieme dei lavoratori vada assunto con le attività ed è nostra intenzione fare valere queste ragioni.
Abbiamo denunciato inoltre  il fatto che la semplice sospensione della procedura non cancella il perimetro giuridico entro cui si dovrebbe svolgere il negoziato, elemento questo che si scarica inevitabilmente  sulla contrattazione.  L’opacità governativa sulla vicenda Ilva impedisce di  comprendere la reale portata del piano  industriale presentato e di quello ambientale, a  partire dai  tempi di realizzazione delle opere di ambientalizzazione. Il ministro ha proposto di avviare il negoziato su queste basi.
Preannunciando battaglia in difesa dell’occupazione, del patrimonio industriale e dell’ambiente, abbiamo dichiarato indisponibilità a trattare i licenziamenti. Ricordando infine che ci sono migliaia di  lavoratori dell’indotto che hanno diritto ad una soluzione occupazionale. Il governo ha nuovamente escluso  l’allargamento del tavolo alle istituzioni locali. Sono stati fissati due nuovi incontri tematici. Il 9 novembre si parlerà del piano industriale e il 14 di quello ambientale nel dettaglio. Su questo tema  il governo si è reso disponibile a verificare le condizioni per anticipare la copertura dei parchi minerari.
Per USB la soluzione resta la nazionalizzazione, non Arcelor-Mittal. Parteciperemo agli incontri di approfondimento tematico, indisponibili come sempre a discutere di esuberi, in presenza dei quali non ci può essere un libero confronto al tavolo. Ma al momento siamo assolutamente lontani da una soluzione positiva per il gruppo Ilva. Tutti i lavoratori hanno diritto a una soluzione occupazionale e non a precipitare una condizione in serie B dentro un’azienda commissariata senza alcuna prospettiva reale. Come una soluzione va garantita a tutti lavoratori dell’indotto. Parteciperemo ai tavoli tematici che sono stati definiti ma con la fermezza di una posizione per noi irrevocabile.

*Unione Sindacale di Base

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