Nel 2015 la Corte di Cassazione ha ribadito che il lavoro festivo non può essere un obbligo, tuttavia il M5S continua a propagandare una proposta di legge, presentata ad inizio legislatura a prima firma di Michele Dell’Orco, che non migliora affatto le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio. L’unico provvedimento davvero efficace sarebbe il dietro front sulle liberalizzazioni.
“Neanche in campagna elettorale si riesce ad affrontare questo tema, che riguarda la vita di 3 milioni di lavoratori, con correttezza. La proposta di legge passata alla Camera ed arenata in Senato, non sposta di una virgola lo strapotere tutto in mano alle multinazionali del commercio, ma sembra più un’operazione di propaganda” dichiara Francesco Iacovone, dell’USB Lavoro Privato.
“Anche le parole dello stesso Dell’Orco sul Blog dei 5 stelle fanno trasparire che i lavoratori non sono i depositari di un provvedimento che lascia inalterate le liberalizzzioni e riduce soltanto da 12 a 6 le giornate di lavoro festivo, laciando in piedi l’impianto del lavoro domenicale. – prosegue il rappresentante USB – ma la Cassazione ha già sancito il principio della facoltatività del lavoro festivo, di tutte le 12 giornate rosse da calendario, mentre il testo è zeppo di aiuti alle imprese. Una legge liberista che aiuta gli imprenditori e mortifica ancora una volta i lavoratori”.
“Il vero ed unico provvedimento che migliorerebbe la vita di chi lavora nel settore e smaschererebbe il bluff di Monti è un netto dietro front sulle liberalizzazioni che non hanno, come promesso, né aumentato l’occupazione né tanto meno spinto gli acquisti. Sicuramente un tema da campagna elettorale, ma un tema da trattare con coraggio.”, conclude Iacovone.
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