Riceviamo da Catania dal compagno Orazio Vasta, militante della Federazione del Sociale USB Catania e collaboratore di questo giornale.
“Lavoravo 8 mesi l’anno, da marzo a ottobre, fra la direzione e la reception. Adesso, al Lido dei Ciclopi di Acitrezza, azienda confiscata alla mafia, dopo 25 anni di lavoro precario, non ho neanche iniziato a lavorare, e non solo io. Lo scorso anno, ho iniziato a giugno – il lido apre la stagione balneare il 15 maggio, per chiuderla il 31 ottobre – ma, a febbraio, nell’ambito di un incontro, il direttore del CdA Andrea Dara aveva già annunciato verbalmente la programmazione. Discutibile e discussa, ma aveva almeno dato comunicazione. Quest’anno assoluto silenzio. Niente incontro. Niente comunicazioni. Solo messaggi da cifrare fra allargate di braccia, voci che girano a Catania, spostamenti di personale a tempo indeterminato, strane assunzioni nel comparto aziendale sito nella zona di Sigonella e dintorni.
Che fare?
L’USB e la CGIL hanno chiesto separatamente un incontro. Ancora senza risposta.
A questo punto dopo circa 25 anni di precariato, invece della stabilizzazione, sono costretto a difendere il mio posto di lavoro precario anche con lo sciopero della fame, nell’ambito di un presidio dell’USB, da tenere, durante le ore che il Lido è aperto, accanto all’ingresso centrale dello stabilimento balneare, sulla ex Nazionale Catania Messina. Presidio a cui hanno già dato la loro adesione movimenti, partiti, centri sociali, associazioni. Ho già chiesto la presenza di Claudio Fava, in qualità di Presidente della Commissione regionale antimafia.
Da non dimenticare, inoltre, che stiamo parlando di una azienda confiscata alla mafia, quindi proprietà dello stato, che non può, quindi. essere gestita a livello privato: da Cosa Nostra a Cosa Loro!
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