USB Lavoro Privato ritiene che le indagini per bancarotta fraudolenta sui massimi dirigenti di Alitalia Sai nel periodo di Etihad (2015-2017), con l’iscrizione tra gli indagati di Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo e Cramer Ball, rivelate oggi da Stampa e Secolo XIX, siano l’atto dovuto rispetto al fallimento della maggiore compagnia aerea italiana e alle voragini di bilancio, peraltro già denunciate dal professor Intrieri nell’ottobre 2016 ed emerse in tutta la loro impressionante dimensione solo pochi mesi dopo.
La notizia non ci sorprende affatto, tutt’altro. Solo USB e pochi altri durante la vertenza hanno denunciato pubblicamente che il disastro dei conti non poteva essere causato da problemi industriali bensì dalle scelte completamente errate del management, con evidenze di sperperi e costi ben superiori alla media del settore.
Non eravamo dei folli allora, opponendoci all’ennesimo taglio di occupazione e salari, non lo siamo oggi chiedendo di voltare pagina e assicurare il rilancio tramite l’intervento pubblico, perché il problema di Alitalia non è mai stato il costo del lavoro.
L’auspicio di USB è che queste indagini – al contrario di quanto accaduto per il fallimento del 2008 pagato con il licenziamento di migliaia di lavoratori e la ristrutturazione dei contratti per i superstiti, fallimento che 7 anni dopo portò alla condanna di Mengozzi e Cimoli per dissipazione del patrimonio aziendale – siano di ulteriore stimolo affinché si evitino i gravi errori del passato e si assicuri un nuovo futuro ad Alitalia, ai suoi dipendenti nonché al nostro Paese.
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