La nuova ministra della Funzione Pubblica annuncia controlli sui pubblici dipendenti anche attraverso le impronte digitali e aggiunge i furbetti del cartellino alla lista dei cattivi ai quali promettere epurazioni in funzione di una captatio benevolentiae dell’opinione pubblica.
Non possiamo esimerci dal notare che ancora una volta un ministro della Funzione Pubblica nelle prime dichiarazioni cerca il titolo ad effetto concentrando l’attenzione su una problematica che riguarda un’esigua minoranza di lavoratori pubblici invece di affrontare i veri problemi della Pubblica Amministrazione.
Oltre a preoccuparci per l’ennesima operazione di distrazione di massa, sinceramente non ci sembra il modo migliore di instaurare un rapporto di fiducia con milioni di lavoratori che nella stragrandissima maggioranza fanno il proprio dovere in condizioni sempre peggiori. Dal neo ministro di un “governo del cambiamento” ci si sarebbe aspettati un approccio diverso, più analitico e concreto.
USB PI ha chiesto alla neo ministra un incontro al fine di confrontarsi su temi fondamentali che interessano cittadini e lavoratori pubblici: Sanità, Istruzione, Fisco, Pensioni. A partire però dai veri problemi: decenni di disinvestimenti e privatizzazioni selvagge, caratterizzate soprattutto dalla corruzione; blocco del turn-over che ha innalzato l’età media dei dipendenti pubblici a oltre cinquanta anni; blocco delle retribuzioni, rimaste al palo per dieci anni e adesso mortificate da contratti indegni che non recuperano nemmeno la metà dell’inflazione; infrastrutture fatiscenti e strumenti di lavoro inadeguati nonostante i quali milioni di lavoratori pubblici cercano di garantire ai cittadini il miglior servizio possibile.
Di questo vorremmo parlare con il Ministro e di questo vorremmo che il Ministro parlasse, perché questo è quello che si aspettano milioni di dipendenti pubblici e di cittadini. Sui furbetti le regole ci sono già, basta farle rispettare. Iniziamo a parlare di altro!
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