Questo il messaggio consegnato all’Unione Sindacale di Base dalla famiglia di Soumaila Sacko durante i funerali tenuti a Sambacanou, nella Regione di Kayes, in Mali.
Vogliamo ringraziare innanzitutto l’Unione Sindacale di Base. E ringraziamo con voi tutte le persone che hanno manifestato il loro messaggio di cordoglio e di solidarietà in questi giorni di dolore.
Quante persone vengono uccise o fatte morire in giro per il mondo come è accaduto a nostro figlio Soumaila? La sua morte è servita a farci capire che in Italia ci sono uomini e donne che insieme al vostro sindacato vogliono restituire a nostro figlio la dignità che qualcuno ha voluto strappargli.
Sappiamo che Soumaila non tornerà più, ma siamo convinti che vada portata avanti la lotta affinché verità e giustizia siano ristabilite.
Nostro figlio, che lascia una figlia di 5 anni anni e una moglie, era una persona sempre disponibile e pronto a stare dalla parte degli ultimi.
Abbiamo capito grazie a voi che esistono ancora lavoratori e lavoratrici sfruttati in condizioni disumane, ragion per cui vi chiediamo di non fermarvi e di lottare per queste donne e uomini.
Riponiamo tutta la nostra fiducia nel vostro lavoro e nella vostra lotta affinché insieme si possa portare avanti la ricerca di verità e giustizia per Soumaila Sacko.
Non fermatevi, non fermiamoci, perché vanno tutelati gli amici di Soumaila che erano con lui quando è stato assassinato, perché va tutelata la memoria di nostro figlio, perché le sue battaglie non muoiano con lui.
Chiediamo verità e giustizia.
Sambacanou, 29 giugno 2018
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