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Pubblico impiego: rigore e meritocrazia non bastano

Si è svolto venerdì pomeriggio 27 luglio il  previsto incontro con il nuovo ministro della Funzione Pubblica Giulia Bongiorno che si è  aperto con una brevissima introduzione, prima  del ministro e poi del sottosegretario Fantinati (M5S) che in particolare ha posto l’accento sulla necessità di maggiore meritocrazia, di maggiore modernità, di una P.A.  a misura di cittadino.

Usb P.I. in questo primo incontro ha posto al ministro le questioni che ritiene prioritarie per un reale cambiamento all’interno della P.A., cambiamento che necessita del  riconoscimento della professionalità dei lavoratori pubblici e della salvaguardia e del miglioramento dei servizi ai cittadini. Le urgenze che sono state evidenziate dalla nostra delegazione  sono state la necessità di  investimenti su infrastrutture e strumenti di lavoro per consentire ai  lavoratori pubblici di offrire  servizi dignitosi, un piano straordinario di assunzioni per ristabilire un giusto equilibrio nel rapporto numerico tra cittadini e lavoratori pubblici, il rinnovo puntuale dei contratti con risorse adeguate.

In merito al rinnovo dei contratti Usb ha sottolineato l’esigenza di rivedere l’attuale assetto dei comparti, legato al dettato della riforma Brunetta, che nell’ultima tornata contrattuale ha mostrato tutta la sua disfunzionalità. Inoltre ha posto con molta determinazione l’emergenza democratica legata alla penalizzazione del dissenso che colpisce i sindacati che, seppur rappresentativi, scelgono di non sottoscrivere i contratti.

Nel corso del suo intervento Usb ha chiesto di dare piena attuazione alla legge di stabilizzazione, sbloccando la circolare 2/18 ad oggi ancora non operativa e provvedendo all’emanazione dell’atteso DPCM per la stabilizzazione degli LSU.
Infine la delegazione Usb ha chiesto al ministro di intervenire in merito alle scoperture contributive di un numero altissimo di dipendenti pubblici eliminando i termini di prescrizione previsti dalla circolare INPS e  regolarizzando le singole posizioni, dando così certezza a tutti quei lavoratori che temono oggi per la loro pensione.

Nell’intervento finale il Ministro non ha dato risposte specifiche, e sul rinnovo dei contratti  ha più volte rimarcato   che “spingerà”, senza dare rassicurazioni in merito;  ma oltre a sottolineare  la sua volontà di non consegnare alla storia della PA una nuova riforma che porti il suo nome, ha precisato che il suo operato sarà improntato a due parole d’ordine: rigore e meritocrazia.

Cambiano quindi i governi ma la meritocrazia continua ad essere la stella polare che guida l’operato dei ministri della Funzione Pubblica. Ci aspettavamo qualcosa di più da un  esponente del   governo del cambiamento. Giudicheremo dai fatti quali saranno i cambiamenti e in quale direzione andranno, a partire dagli stanziamenti per il rinnovo dei contratti che scadono a dicembre.

 

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