La piega dello sfruttamento correlato al lavoro nero è atavica nel Belpaese. e al Sud in particolare continua ad assumere proporzioni inquietanti.
Ultimamente le cronache ci avevano abituato ad associare i lavoratori in nero ai migranti, che da nord a sud si spezzano la schiena come braccianti nelle grandi estensioni agrarie al soldo del padroncino di turno; in realtà il mondo dello sfruttamento non conosce né razze né età e continua a interessare anche parecchi cittadini italiani.
Solo a Catania, nei giorni scorsi, personale del Commissariato Borgo-Ognina ha effettuato dei controlli straordinari contro lo sfruttamento di lavoratori che, spesso sopraffatti dallo stato di bisogno, finiscono per accettare di essere impiegati in modo irregolare o totalmente in nero, in violazione delle più basilari normative previdenziali e fiscali, da parte dei datori di lavoro.
Dai controlli è emerso finanche l’accertamento di un’assunzione in nero di un anziano come custode notturno di una struttura che percepiva poco più di 2 euro l’ora a fronte di circa 400 ore di lavoro mensili (oltre 10 ore al giorno).
In un altro caso si è accertato che un giovane, in assenza totale di contratto, a fronte di 300 ore mensili, percepiva poco più di 2 euro l’ora, senza poter godere del riposo settimanale e senza alcun rispetto delle norme a tutela dei lavoratori.
Il fattore accomunante le due vicende era chiaramente lo stato di necessità dei due lavoratori, costretti a tollerare condizioni di lavoro misere e usuranti, in assenza delle più elementari forme di tutela.
Come chiarito da una nota diffusa dalla Questura di Catania “i due datori di lavoro sono stati denunciati in stato di libertà per i reati di sfruttamento dello stato di bisogno dei lavoratori, reato previsto dall’art. 603 bis del codice penale che prevede la reclusione da 1 a 6 anni e con la multa da 500 a 1000 euro per ciascun lavoratore reclutato”
Sempre nella stessa nota la Questura fa sapere che “durante i controlli, sono state accertate altre tre assunzioni senza alcun contratto di lavoro” e ne è stata data opportuna comunicazione all’ Ispettorato del lavoro.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa