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Piacenza. Logistica: i trentatre licenziati della Gls sul tetto dell’azienda

I licenziati da GLS hanno scelto una forma di lotta molto radicale ed estrema per protestare contro una misura estrema che vivono come estremamente ingiusta.

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La società SEAM, la fornitrice di servizi nell’hub piacentino della multinazionale della logistica li aveva licenziati perché “troppo conflittuali”, infatti i 33 iscritti ad USB avevano dato corpo ad un ciclo di lotte e scioperi tendenti ad ottenere condizioni di sicurezza sul posto di lavoro dopo che erano stati aggrediti in 3 da un “caporale”.

Si trattava solo dell’ultimo di una serie infinita di episodi di aggressione e violenze subite nel magazzino.

Quello che comincia a palesarsi è il fatto che questo pretestuoso licenziamento plurimo per motivi disciplinari ha fatto da apripista ad una dichiarazione di esubero per altri 54 lavoratori.

Vogliono intimidire i lavoratori e il loro sindacato per far passare misure di ristrutturazione che tagliano posti per aumentare profitti.

Hanno fatto male i loro calcoli, e la risposta dei 33 licenziati è nel segno della più ferma determinazione.

USB è al loro fianco e chiede l’apertura di un tavolo di confronto per riportare i licenziati al lavoro, per ridare serenità e sicurezza ad un magazzino nel quale il lavoro non manca.

 

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