Si dice che al peggio non ci sia mai fine e le ultime vicende del cosiddetto rinnovo del contratto nazionale delle cooperative sociali sembrano confermare pienamente il vecchio adagio popolare.
Scaduto da più di sette anni, il “nostro” contratto è stato recentemente rinnovato e siglato dalle centrali cooperative (Lega, Conf e AGCI) e dai sindacati CGIL-CISL-UIL, in rappresentanza di oltre quattrocentomila lavoratrici e lavoratori, non si sa quanti dei quali siano effettivamente iscritti alle tre organizzazioni.
Il nuovo contratto – che di nuovo ha ben poco, ma questo è un discorso che abbiamo già fatto – prima di essere ratificato avrebbe dovuto essere discusso ed eventualmente approvato dai lavoratori in apposite assemblee, delle quali, almeno a Roma, non si è vista traccia… anzi, se qualcuno ha avuto la ventura di essere stato chiamato a partecipare in un’assemblea in qualche cooperativa, ce lo segnali, sarebbe una notizia interessante.
Nonostante non vi siano state assemblee o altri momenti di confronto e discussione, con notevole senso dell’umorismo CGIL-CISL-UIL comunicano di aver approvato le intese raggiunte a seguito di “una consultazione che ha conferito ampio mandato”.
Gli AEC romani, per dire, non hanno conferito proprio niente a nessuno e abbiamo ragione di pensare che moltissimi altri lavoratori e lavoratrici si trovino nella nostra stessa condizione, pensiero rafforzato dal fatto che CGIL-CISL-UIL si guardano bene dal fornire qualche dato sulle assemblee che si sarebbero tenute, sul numero di quanti vi avrebbero partecipato e sui risultati delle presunte votazioni.
Ma non è finita, perché gli eroici difensori dei nostri diritti hanno pensato bene di meritare una ricompensa per lo sforzo immane compiuto per il nostro bene e hanno inserito nel rinnovo contrattuale l’esazione di un “contributo di servizio per il rinnovo contrattuale” da parte di ogni lavoratore, compresi, anzi, soprattutto quelli non iscritti alle loro organizzazioni, nella misura dell’1 per 1000 della retribuzione lorda annua. Il contributo verrà stornato dalle cooperative in favore dei sindacati direttamente dalle nostre buste paga. Stiamo parlando di qualche milioncino di euro, stante il fatto che i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative sociali sono, come già detto, più di 400.000.
Naturalmente, il contributo non è obbligatorio, ma il solo modo per non farsi stornare i soldi dalla busta paga è quello di inviare al datore di lavoro, cioè la cooperativa, un apposito modulo di rifiuto, corredato da copia di un documento di identità. Altrimenti, in base al principio del silenzio-assenso, il nostro 1 per 1000 partirà in direzione CGIL-CISL-UIL. Siamo pronti a scommettere che saranno ben poche le cooperative che metteranno a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori le informazioni e i moduli necessari.
Per parte nostra, abbiamo solo un paio di cose da aggiungere. La prima è che qui sotto trovate il testo del modulo da copiare, riempire e inviare immediatamente via mail o fax alla vostra cooperativa, insieme a copia di un vostro documento di identità. Vi chiediamo anche di mandarne una copia per conoscenza a audacecolpo@libero.it, per darci un’idea di quanti colleghi e colleghe si siano opposti a questo “audace colpo”.
Allegato regolamento “Contributo servizio contrattuale”
Modulo rifiuto contributo di servizio rinnovo contrattuale 2017- 2019 Cooperative Sociali.
La/Il sottoscritta/o… . . . . … . . .. . . .. .. . . ….. .. .. .. ……… .. .. …. ……. . …… Dipendente/socio della Cooperativa ……………….. . . . . . ………….. ………….. …… …
CHIEDE
Di non versare il previsto contributo per il rinnovo contrattuale.
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi dell’ art. 13 Dlgs 196 del 30 giugno 2003 e dell’art. 13 GDPR (Regolamento UE 2016/679) ai fini della dell’archiviazione e della comunicazione alle OO.SS del contributo per il rinnovo contrattuale.
Allego alla presente richiesta copia documento d’identità.
Data ……………. …. ….
Firma .. …. ……… …. … . . …….. . ……. .. ……
? La seconda cosa che vogliamo dire è che questa sordida vicenda costituisce per noi un’ulteriore conferma della giustezza della nostra scelta di rovesciare il tavolo e di portare la nostra rivendicazione sul terreno della politica, perché è il solo terreno sul quale è legittimo aspettarsi un cambiamento reale. Questo cambiamento può essere solo la restituzione del servizio pubblico alla gestione pubblica, spazzando via il sistema delle esternalizzazioni e degli appalti che tanti danni ha provocato ai lavoratori, ai ragazzi, alle famiglie ed alle scuole.
? Continuiamo a raccogliere le firme per la nostra Delibera di Iniziativa Popolare e ricordiamo a tutte e tutti che bisogna portare i moduli compilati il prossimo sabato 1 giugno in Via Baldassarre Orero n. 61 (zona Casalbertone), dove saremo dalle 10.00 alle 18.00 per ritirarli.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa