Il Decreto Sicurezza, oltre che sul piano democratico, rischia di avere un impatto pesantissimo anche dal punto di vista sociale.
Il 20 maggio scorso una delegazione di Usb ha incontrato il responsabile tecnico welfare e la responsabile tecnica del dipartimento immigrazione dell’Anci(Associazione Nazionale Comuni Italiani).
L’incontro è stato fissato dopo la richiesta dell’Usb di apertura di un tavolo di crisi sulla annosa questione della riduzione del personale, dovuta al decreto Salvini, dei Centri Accoglienza Straordinaria (CAS).
L’Usb durante l’incontro con l’Anci, come già espresso nella richiesta di apertura del tavolo di crisi inviata anche al Ministero del Lavoro e Conferenza Stato – Regioni, ha espresso forte preoccupazione per i tagli al personale impiegato nei CAS su tutto il territorio nazionale. Parliamo di circa 20mila lavoratori e lavoratrici che, a seguito della nuova strutturazione dei centri dettata dal decreto sicurezza, perderanno il posto di lavoro entro l’estate. A questi vanno aggiunti tutti i contratti a termine che non verranno rinnovati.
I responsabili dell’Anci hanno confermato di aver ricevuto da alcuni Comuni preoccupazioni per l’impatto occupazionale che potranno avere le riforme in atto sul sistema di accoglienza, che può avere ripercussioni significative sui territori e quindi sui Comuni stessi. I referenti tecnici si sono impegnati a riportare il tema nelle sedi politiche preposte.
Di fronte al pericolo che ventimila operatori finiscano licenziati, l’Usb ha convocato uno sciopero per il 3 giugno e una manifestazione sotto al ministero del Lavoro.
“Come USB ribadiamo che è fondamentale una presa di posizione da parte delle istituzioni e soprattutto da parte del Ministro del Lavoro e per questo invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’accoglienza ad aderire allo sciopero nazionale indetto da USB per il giorno 3 giugno 2019 , con presidio al Ministero del Lavoro dalle ore 10” riporta un comunicato dell’organizzazione sindacale.
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