I lavoratori e le lavoratrici della Sanità Privata hanno pieno diritto ad un aumento salariale cospicuo visto che hanno salari bloccati da 14 anni, ma utilizzare soldi pubblici per agevolare imprenditori privati è un ossimoro inaccettabile.
Chi garantisce che questi soldi arrivino nelle tasche dei lavoratori e lavoratrici invece di restare nei paradisi fiscali degli imprenditori della Sanità Privata? E le Regioni che non hanno capienza economica tale da coprire gli importi cospicui che derivano da questa procedura, saranno in grado di garantire lo stesso aumento salariale dei loro colleghi di Lombardia e Veneto? E perché quando c’era da stanziare il Bonus Covid che andava direttamente nelle tasche dei lavoratori le Regioni non lo hanno fatto?
Da settimane va avanti la farsa tra Cgil Cisl Uil – Aris Aiop sul rinnovo del CCNL Sanità privata. Una farsa che in qualche modo distrae dal vero problema: il 50% degli aumenti di un contratto privato viene stanziato dalle Regioni.
Il meccanismo effettivo lo ha svelato Regione Lombardia, proprio quella delle migliaia di morti nelle strutture private: una delibera di giunta in cui si impegna a garantire la copertura del 50 % del rinnovo attraverso la rimodulazione dei budget di spesa alla Sanità privata. A quanto dichiara il presidente dell’ARIS si stanno accodando il Veneto, il Lazio (con tanto di dichiarazione ufficiale dell’assessore alla Salute) e le Marche.
La Sanità è e deve tornare ad essere questione nazionale, l’attuale strutturazione continua a garantire solo le connivenze tra Regioni e imprenditori che speculano sulla salute…
Non possiamo permettere che i lavoratori e le lavoratrici subiscano salari differenziati in base alla ricchezza della regione in cui lavorano!
A questo punto se il Pubblico vuole finanziare, non serve nessun rinnovo contrattuale…
VOGLIAMO IL CONTRATTO PUBBLICO!
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