Ripensare tutta la struttura nazionale
Il Coordinamento nazionale USB Vigili del Fuoco ha scritto al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e ai responsabili del Corpo nazionale Vigili del Fuoco per sottolineare l’urgenza di un ripensamento di tutta la struttura nazionale deputata alla lotta contro gli incendi boschivi, soprattutto alla luce dell’emergenza dettata dall’attuale situazione climatica. A seguire il testo della missiva.
Al Ministro dell’Interno
Sottosegretario di Stato con delega ai Vigili del Fuoco
Capo Dipartimento della Protezione Civile
Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
In queste ore stiamo vivendo una situazione climatica drammatica che travalica i confini nazionali. La ricerca di profitti maggiori, che non diventano ricchezza comune, sta portando a conseguenze apocalittiche. In uno scenario dove le crisi climatiche e gli eventi estremi stanno diventando una routine nel nostro Paese, tanto bello quanto fragile, necessita un ripensamento profondo.
La situazione emergenziale legata agli incendi boschivi è ormai una triste realtà ciclica, inevitabile, prevedibile. Si scopre il fallimento delle politiche dell’Amministrazione, in questi momenti in cui si spera che il fuoco risparmi gran parte del territorio nazionali: le circolari emanate e fortemente criticate dalla scrivente risultano essere macchinose, caotiche e difficilmente applicabili nell’ordinario. Queste denotano, più che programmazione e fiducia nelle proprie risorse, approssimazione e consapevolezza delle proprie mancanze.
Vengono creati moduli ad hoc di colonna mobile, mettendo per la prima volta alle strette l’ultima circolare che riorganizza i moduli per le Emergenze. Si potenzia del 25% il personale in alcune realtà con la consapevolezza delle gravi carenze organiche attuali, si raccomanda un recupero psicofisico del personale con l’età media più alta da quando esiste il CNVVF.
Si tenta di far funzionare un meccanismo che già dalla sua nascita risulta essere inapplicabile. Viene utilizzato l’ennesimo escamotage, denominando questa emergenza con il termine tecnico di “Mobilitazione Nazionale” (nota Parisi con protocollo n. 26715 del 08.08.2021).
Le squadre attualmente “mobilitate” non hanno contezza di quale sia la “fase” emergenziale, ovvero dell’orario di lavoro che svolgeranno e del tempo di permanenza nei territori colpiti dall’evento.
A tutto ciò aggiungiamo che i Comandanti provinciali che hanno accolto il supporto di personale e mezzi non hanno ricevuto nessuna disposizione per il ripristino del dispositivo di soccorso. Un parco mezzi insufficiente ed inadatto a questa situazione viene spostato da regione a regione creando enormi vuoti in intere macro aree. I colleghi di tutti i livelli, compresi quelli dirigenziali, risultano quasi totalmente privi di formazione adeguata sugli incendi boschivi, trovandosi a combattere un nemico sconosciuto e imponente.
I Vigili del Fuoco italiani non sono operai di un’azienda che deve massimizzare risparmi e profitti ma un’eccellenza che va stimolata e tutelata per fornire, oltre all’abnegazione riconosciuta dai cittadini, il servizio di straordinaria professionalità che è sempre stato segno distintivo del Corpo Nazionale.
In questo scenario devastante USB non può tacere le responsabilità, anche politiche della situazione. Politica a cui la nostra Amministrazione, per il ruolo istituzionale che ricopre, deve chiedere correttivi immediati.
La realtà delle Associazioni di volontariato, troppo spesso ambigua nel complesso meccanismo di Protezione Civile e delle politiche regionali, seppur numericamente preponderante e con realtà in alcuni territori di vere eccellenze (ad esempio Toscana e Sardegna) richiede riflessioni importanti.
Riteniamo che le Emergenze Nazionali, e l’ultima pandemia ce lo insegna, abbiano bisogno di un’organizzazione centrale che preveda anticipatamente i ruoli tenuti dai diversi attori sul territorio nazionale.
Lo Stato dovrebbe, a nostro giudizio, avvalendosi della Protezione Civile e delle sue componenti fondamentali (USB ha da sempre ben chiaro quale dovrebbe essere il ruolo del CNVVF), creare un piano nazionale di prevenzione e lotta agli incendi boschivi con normative puntuali atte a ridurre il rischio di incendi di interfaccia, incaricando durante tutto l’anno gruppi di volontari per la pulizia di boschi, la creazione di linee tagliafuoco, manutenzione delle vasche, potenziando il lavoro di presidio e vigilanza durante i periodi di maggior incidenza e pericolosità.
In questo quadro vanno rese stabili e coerenti le convenzioni regionali con il CNVVF, qualora si decidesse di mantenere decentrata la gestione dei costi AIB. Riteniamo inaccettabile che esistano sul territorio realtà diversissime che sicuramente la nostra Amministrazione conosce bene visti i termini economici degli accordi.
In questa ottica inutile sottolineare la necessità di nuove assunzioni creando magari squadre VV.F. dedicate specificatamente al settore AIB, situazione che oggi si riscontra solo in parte con la formazione dei DOS. Altrettanto inutile evidenziare la necessità di utilizzare somme, che dovranno essere ben più consistenti per i VV.F. derivate dalle convenzioni non solo per il pagamento delle ore di straordinario (da limitare esclusivamente alle fasi acute dell’emergenza) ma soprattutto per l’acquisto di mezzi, DPI e per la formazione specifica del personale.
Riteniamo quindi essenziale un ripensamento di tutta la struttura nazionale di risposta AIB augurandoci di essere da stimolo per una discussione che porti beneficio non solo i cittadini ma a tutto il patrimonio forestale dello Stato.
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