È di lunedì 20 settembre, come tutti ormai sanno, la notizia dell’accoglimento del ricorso promosso dalla Fiom in merito all’illegittima apertura di procedura del licenziamento collettivo dei lavoratori dello stabilimento GKN di Campi Bisenzio. Licenziamenti bloccati e per l’azienda un sostanziale “tutto da rifare”.
Una notizia ottima, che dà respiro ulteriore a questa vertenza, mettendo i lavoratori del Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori GKN Firenze nelle condizioni di mantenere aperta questa vertenza, di allargare il consenso sulla necessità di “insorgere” contro un modello padronale capace di tutto, irrispettoso della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Un padronato che però, non dimentichiamocelo, è accompagnato strategicamente sia dalle politiche di questo governo ma anche dall’accondiscendenza di politiche sindacali indegne di questo nome, supine al regime e messe a garanzia del processo di destrutturazione dei diritti sociali e del lavoro.
In questo quadro la rabbia dei lavoratori Alitalia, impegnati da settimane in lotte durissime e pesanti è esattamente la stessa dei lavoratori GKN, è la stessa dei licenziati Whirpool, Timken, Giannetti Ruote, Fedex, Flextronics. Ma è anche la stessa dei lavoratori dei 150 tavoli di crisi aperti al Ministero dello Sviluppo Economico e che continuano a non trovare risposta da parte del Governo.
Mentre Giorgetti e il suo governo continuano a fare kermesse e comizi, a parlare di Green Pass (un’ottima arma di distrazione di massa, inutile a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro) continua la carrellata desertificante del nostro sistema produttivo ed industriale, in cui per la prima volta fra l’altro è il governo stesso a fare il “Marchionne” imponendo ai lavoratori ITA un contratto specifico in stile Fiat in cui o accetti o farai parte degli 8.000 lavoratori buttati in mezzo alla strada.
Su questo, hanno ragione i compagni del Collettivo GKN: bisogna insorgere.
USB ritiene di non poter ridurre questa parola alla “singola vertenza”. Se si insorge si insorge davvero, nell’idea di un quadro generale che deve coinvolgere il paese.
Come USB non accettiamo più l’ambiguità di vedere poche straordinarie vertenze a traino di un quadro su cui è evidente vi siano responsabilità ben più ampie. Una strategia di fondo che agisce per dividerci, anche attraverso gli strumenti determinati dalla “calda coperta pandemica” tanto cara oggi ai padroni.
Cgil Cisl e Uil certo, sostengono qui e lì le singole vertenze come GKN, e rientrano dalla finestra quando comprendono che l’operazione Alitalia-ITA sta determinando una tragedia occupazionale.
Ma si guardano bene dall’affrontare questo quadro su un piano di mobilitazione generale, in contrapposizione alle politiche di questo Governo.
Si insorge solo senza ambiguità. O si insorge per davvero o non si insorge affatto.
USB l’11 ottobre ha proclamato assieme a tutte le altre realtà sindacali conflittuali e di base, lo sciopero generale contro le politiche scellerate di questo governo.
In quella giornata, al Ministero dello Sviluppo Economico vogliamo fare una manifestazione che porti sotto l’ufficio di Giorgetti tutte le realtà in crisi di questo Paese.
Su questo, lanciiamo un appello a tutti a partecipare, a garantire la presenza fisica sotto il Mise, con i propri striscioni e la propria rabbia.
Un appello che USB rivolge a tutti: Alitalia, Ex-Ilva, Jindal Piombino, Flextronics, Almaviva, Whirpool, Stellantis, Sevel, e ovviamente anche al Collettivo Di Fabbrica di GKN.
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