Logistica, vittoria totale dei lavoratori e di USB sulla GLS: reintegrati gli ultimi 15 licenziati nel magazzino di Piacenza. Un doppio colpo agli appalti e al Jobs Act
Con sentenza odierna del Tribunale di Piacenza anche l’ultimo gruppo di lavoratori iscritti a USB, 15 dei 33 che erano stati licenziati dal magazzino piacentino di GLS perché chiedevano sicurezza sul lavoro, sono stati reintegrati.
Erano quelli a cui venivano applicate le norme definite “a tutele crescenti”, cioè quel Jobs Act che ha fatto carta straccia dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori nella difesa dai licenziamenti pretestuosi.
Il dispositivo della sentenza, nel riconoscere il principio del diritto di sciopero già sancito da precedenti pronunciamenti dei giudici, interviene però su alcuni aspetti giuridici che assestano un colpo durissimo al sistema malato degli appalti e a quello discriminatorio e penalizzante del Jobs Act.
I lavoratori in questione erano infatti dipendenti di una società, la Seam Servizi Ambientali, subappaltatrice del consorzio Natana DOC fornitore di servizi in GLS a Piacenza.
La Seam, essendo stata messa in liquidazione, a seguito delle precedenti sentenze che riconoscevano il carattere antisindacale dei licenziamenti tentò di disfarsi delle proprie responsabilità non ottemperando al reintegro. Altrettanto fece il subentrante nell’appalto, il consorzio Natana sostenendo di essere altra cosa da Seam, pur essendone a sua volta il “controllore”.
Ebbene la sentenza odierna sancisce invece che in questo cambio appalto i due soggetti sono sostanzialmente la medesima cosa e che si tratta di un trasferimento di azienda mascherato.
Il Tribunale di Piacenza smaschera insomma il giochetto delle scatole cinesi che celano il rapporto stretto esistente tra soggetto uscente e soggetto subentrante, i quali fingendo di non conoscersi reciprocamente non volevano assumersi la responsabilità di non lasciare in mezzo ad una strada 15 padri di famiglia.
Questo risultato positivo è il frutto di una lotta tenace che i lavoratori e USB hanno portato avanti con testardaggine occupando per settimane il tetto del magazzino GLS di Piacenza, così come le aule dei tribunali.
USB deve un ringraziamento particolare all’ufficio legale del sindacato e agli avvocati Jacobo Sanchez Codoni e Matteo Vricella che con grande professionalità e spirito militante hanno seguito la causa.
Con USB il ricatto padronale dei licenziamenti non ha e non avrà per niente vita facile.
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