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Trieste deve stringersi attorno a Flex

Come tutti ormai avranno visto e letto, la multinazionale Flex (Flextronics) ha manifestato la volontà di delocalizzare parte della produzione dello stabilimento triestino in Romania con conseguenti 280 licenziamenti.

Dobbiamo dirci chiaramente che questi licenziamenti non sono un “fulmine a ciel sereno”. Come USB, negli ultimi mesi, denunciavamo alle istituzioni la evidente volontà da parte dell’azienda di sfilarsi sul territorio. In risposta a queste preoccupazioni non c’è mai stato un intervento diretto da parte del Governo, che ha sempre lasciato fare all’azienda, accordando ammortizzatori sociali e ritenendo le nostre preoccupazioni esagerate.

Ci troviamo davanti ad un disastro che è innanzitutto una debacle della politica nazionale ma anche locale:

Nazionale perchè non si è mai individuata una politica nazionale strategica, che inserisse lo stabilimento (unico del suo genere al mondo ed eccellenza del trasporto ottico) nell’ambito del processo di digitalizzazione che oggi è uno dei capitoli fondamentali anche degli investimenti del PNRR.

Locale, perchè al di la dei percorsi di monitoraggio, degli strumenti disponibili a sostenere occupazione e progetti, alla fine non c’è mai stata l’intenzione di entrare nel merito delle motivazioni su cui eravamo preoccupati.

E vogliamo ripetere le parole del Presidente Fedriga?

“Se licenziamenti sono a causa di delocalizzazione sono inaccettabili”.

Perchè? Esiste anche lo spazio affinchè per questo territorio i licenziamenti diventino accettabili per qualche motivo?

Come USB respingiamo i licenziamenti rivendicando un intervento di stato che metta letteralmente da parte quest’azienda (o l’autonomia della sua dirigenza) che in 7 anni si è dimostrata incapace di determinare per quest’azienda le potenzialità di cui tutti parlano. 7 anni in cui senza dichiarare una crisi, tagliando solo gli interinali si sono persi quasi 300 posti di lavoro.

LUNEDI’ 16 MAGGIO alle ore 10.00 in PIAZZA UNITA’ assieme alle altre organizzazioni sindacali abbiamo condiviso la necessità di mettere un riflettore sopra l’azienda che non può essere trattata da vertenza di “serie B”. E serve la partecipazione di tutti, lavoratori, cittadini e lavoratori di altre aziende. Dobbiamo far capire a tutti, al governo in primis che non siamo disponibili ad accettare fatti del genere su questo territorio.

Trieste si deve stringere attorno a Flex, subito. E deve farlo a partire da questo lunedì, dove spero di vedervi numerosi.

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