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Dall’assemblea operaia di Grottaminarda

Intervento di Jerry Flammia all’assemblea sindacale alla #IIA tenutasi martedì pomeriggio.

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Sono passati 13 anni da quando la Irisbus di Valle Ufita è stata dismessa dalla famiglia Agnelli, eppure, nonostante la grande lotta operaia e l’interessamento di tanti politici, la situazione non si è mai ripresa totalmente e oggi si rischia l’ennesimo fallimento.

Come sappiamo al momento l’attuale IIA ha come socio maggioritario il pubblico, lo Stato che vi partecipa con Leonardo e Invitalia.

È inutile ripercorrere gli anni trascorsi e conosciuti ormai da tutti, arriviamo direttamente ad oggi, a quando cioè il socio pubblico dichiara di voler andare via dalla società e dice al Governo di verificare e accettare l’interesse di privati.

Ora noi siamo semplici operai e, non solo non abbiamo le competenze per capire e verificare la buona fede di questi privati, ma è “un mestiere”, questo, che certamente non ci compete dato che paghiamo tecnici del Governo per verificare la solidità di eventuali ingressi societari.

Ci ha stancato però l’inutile passerella di tante parti sociali e tanti politici che minacciano barricate senza mai apertamente denunciare la “truffa” che in Valle Ufita si è consumata e si sta consumando da anni.

Il termine “truffa” è forte ma non senza fondamenta. In Valle Ufita infatti nel tempo si sono verificate “speculazioni” di ogni genere a partire da chi ha “comprato” lo stabilimento e i terreni di pertinenza ad 1 € rilasciandoli in cambio di milioni di euro, fino a chi, dopo aver intascato soldi pubblici, vorrebbe restituire solo debiti.

Ecco, è questo il problema: tutti sanno che la situazione della IIA è davvero drammatica dal punto di vista finanziario, basta chiedere ai fornitori con i quali la nostra azienda si è indebitata negli anni e che non sono più nelle condizioni e nella volontà di far credito a perdere.

Noi operai siamo ridotti allo stremo anche dal punto di vista psicologico, tanto che oggi lanciamo una denuncia e l’ennesimo appello.

Innanzitutto denunciamo l’offesa che subiamo ogni giorno nel recarci ad un lavoro per il quale prendiamo uno stipendio stando spesso con le mani conserte per mancanza di materiale utile a completare gli autobus che ci vengono commissionati.

Aggiungiamo a questo grave attacco al denaro pubblico e alla dignità personale, l’anomalia di continui aumenti di livello inutili in una fabbrica che non lavora e soprattutto di continue assunzioni (forse per pacificare sindacati e/o politica?!), nonostante il grosso deficit finanziario

Nessuno sembra accorgersi di tutto questo eppure è così palese e alla luce del sole che ci chiediamo perché si continua a non vedere? A chi giova continuare questo sporco gioco? Qualcuno ci guadagna? Chi?

Non certo noi operai, impauriti, vessati, mortificati, dal futuro sempre in bilico. Questi gravi fatti poi si sommano alle notizie ufficiali, anche queste gravissime, che arrivano dal Ministero: il socio pubblico si sgancia dall'”affare” e va via.

Siccome non solo siamo operai ma anche cittadini di questo Paese e di questa terra e sappiamo che “pubblico” vuol dire di tutti e quindi anche nostro e che i soldi dei finanziamenti arrivati in questi anni sono soldi nostri e dei nostri figli, noi chiediamo: può, anche Leonardo, andare via senza pagare dazio?

Si può continuare a cercare soci che coprano buchi finanziari commessi da altri e per qui buchi continuare a compensare con altri soldi pubblici?

Oggi se qualcuno vuole andare via dovrebbe almeno garantire la copertura dei debiti in corso, altrimenti la nostra storia, la storia di questa fabbrica e di questa terra verrà ricordata un giorno, se la magistratura se ne dovesse prendere carico, come una delle più grandi truffe del XXI secolo.

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