Luigi Spera, vigile del fuoco, nostro iscritto, da più di sei mesi è detenuto nel carcere speciale di Alessandria con accuse assolutamente spropositate ed in attesa di giudizio.
La vicenda di Luigi inizia lo scorso febbraio quando viene arrestato e condotto in “via cautelare” al carcere Pagliarelli di Palermo. L’accusa è di aver lanciato un fumogeno all’interno del parcheggio vuoto (in orario notturno) della sede locale della Leonardo Spa, principale produttrice di armamenti in Italia.
Gli inquirenti decidono di concentrare l’attenzione sui collettivi di cui Luigi fa parte. Le militanti e i militanti di Antudo vengono quindi perquisiti e, molti e molte di loro, investiti di varie misure cautelari. Luigi, pur in assenza di concrete prove, viene immediatamente indicato come l’esecutore dell’azione, con tanto di circo mediatico scatenatosi attorno alla figura di un lavoratore, padre di due bambini, istruttore di boxe, sbattuto in prima pagina perché impegnato da tantissimo tempo nei movimenti sociali palermitani, nelle lotte per i diritti e, soprattutto, nelle mobilitazioni contro la guerra che hanno fatto seguito all’escalation militarista degli ultimi anni.
Da allora Luigi, trasferito poche settimane dopo nel carcere speciale di Alessandria, si trova agli arresti come “misura cautelare”; da qualche settimana è costretto a subire anche la censura della posta. Ma l’aspetto più grave in tutta questa vicenda riguarda il capo d’imputazione che fa da fondamento all’insopportabile trattamento che l’accusa sta riservando a Luigi: egli è infatti accusato in maniera del tutto arbitraria, sproporzionata ed aleatoria di “terrorismo”.
Abbiamo avuto il piacere di leggere alcune lettere che in questi mesi Luigi ha inviato dal carcere ai familiari che le hanno rese pubbliche. In queste è facilmente riconoscibile tutta la calma determinazione, la passione politica, il senso del dovere militante contro le ingiustizie che questo compagno e lavoratore ha dentro di sé come valori esistenziali.
Ma ne abbiamo anche apprezzato le analisi contenute nelle sue missive capaci di offrirci importanti letture su guerra e capitalismo, crisi climatica e attacco ai diritti del mondo del lavoro. Insomma, nonostante l’insopportabile condizione in cui si trova, Luigi sta confermando quanto forte sia il suo spirito politico e sociale.
I prossimi saranno giorni importanti per lo sviluppo della sua vicenda processuale ed è molto importante che tutta la persecuzione che sta subendo venga alla luce con forza. Per smascherare i veri obiettivi che sono dietro il ddl 1660, cioè impedire che in Italia possa crescere la protesta contro le politiche di guerra ed il peggioramento delle condizioni di vita; e per ridare la libertà ad un compagno accusato di reati inventati a tavolino.
Libertà per Luigi Spera – No al ddl 1660 – Fuori l’Italia dalla guerra
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