In data 10 gennaio 2025 si è tenuto a Roma l’incontro tra RFI e i sindacati firmatari (FILT CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, UGL Ferrovieri, FAST e OR.S. A) per una verifica sullo stato di attuazione sull’andamento del nuovo modello manutentivo “consacrato” tra le parti in data 10 gennaio 2024, CONTRO il volere dei lavoratori; lavoratori che i sindacati “dovrebbero” rappresentare.
Non voglio in tale missiva, di cui auspico considerazione e visibilità, soffermarmi sui contenuti di tale accordo; già in più sedi e svariati contesti si è cercato di evidenziarne il disastro
I risultati di tale accordo sono sotto gli occhi di tutti gli italiani mentre non lo sono, in quanto distribuite dalle sigle sindacali agli iscritti, le rappresentazioni grafiche dall’andamento Manutenzione; mi sono trovata attonita nel vedere che RFI rappresenta come STATO DI ASSENTEISMO, addirittura rappresentato in rosso come “attenzionato”, la MATERNITA’ , LA LEGGE 104 , LA MALATTIA ,ECC..
In quell’ “ECC..” si rammenta che rientrano anche i fruitori/ fruitrici dell’art. 24, comma 6, del D.Lgs. n. 80/2015, ovvero i dipendenti inseriti in percorsi di protezione relativi ALLA VIOLENZA DI GENERE che debitamente certificati hanno diritto a permessi speciali come anche previsto dall’art 46 del CCNL Mobilità/Area AF –16.12.2016.
In uno Stato apparentemente “Dio, Patria e Famiglia” dove si è persino arrivati ad inviare associazioni pro-vita e pro-life nei consultori per creare probabilmente futuri “erogatori di tassati” per rimpinguare gli stipendi di ministri e sottosegretari , sarebbe utile che anche RFI entrasse nei consultori per avvisare le future mamme che purtroppo per un tot periodo, per adempiere al loro compito, saranno considerate ASSENTEISTE e certamente lo saranno ulteriormente se avranno la disgrazia , una volta mamme, di avere un figlio ammalato da accudire avendo diritto ai congedi parentali e alla “malattia bambino”.Dovrebbero fare anche un “ discorsetto” ai papà che vogliono collaborare e partecipare richiedendo i congedi parentali.
Difficile poi non ammalarsi se nel settore della manutenzione si lavora spesso fuori, esposti ai fenomeni atmosferici e in alcune fasce senza pausa pranzo; ancora di più ora che gli orari sono spesso in itinere senza potersi organizzare la vita e dove si sfasano anche i ritmi di veglia/sonno.
È vergognoso indicare i fruitori della legge 104 art3 comma3 come assenteisti. Chi ha provato sulla propria “pelle” a doverla utilizzare sa che viene concessa se la propria vita subisce un cambiamento molto spesso senza via di ritorno ed è pesante dover lavorare con la salute compromessa; lo si fa fintanto che si può perché l’alternativa sarebbe un assegno di 336,00 euro e perché in genere chi è ammalato anela a condurre una vita che non gli ricordi di continuo la propria situazione e vorrebbe sempre essere la persona di prima.
Siamo spesso portati a preoccuparci di più per i nostri cari e chi ne usufruisce in qualità di “caregiver” dovrebbe avere più sostegno in varie forme perché certamente tre giorni in un mese sono pochi e lavorando lasciano “l’amaro in bocca” quando spesso si perde la persona che si accudisce. RFI invece li chiama ASSENTEISTI e nonostante previsto dal contratto non prenda nemmeno in considerazione i trasferimenti per tale motivazione.
Non voglio nemmeno commentare quali sensazioni, pensieri possa avere un genitore nel sentirsi etichettato come “assenteista” che si ritrovi a seguire un figlio diversamente abile.
A conclusione di un 2024 dove è stata uccisa 1 donna ogni 3 giorni, ad inizio 2025 dove già al 20 gennaio sono 5 gli atti di violenza omofoba, in un’epoca dove è in crescita il fenomeno della violenza di genere tra i giovani, essere “tutelati” da leggi che garantiscono permessi per accedere ad un centro antiviolenza, per intraprendere un percorso di protezione e essere invece qualificati ASSENTEISTI da RFI è inaccettabile.
RFI ha diffuso spesso campagne del Gruppo FS contro la violenza sulle donne, addobbato le pagine web con tante “scarpe rosse”, istituito corsi per i dipendenti per il rispetto alla diversità, dell’inclusione; addirittura, webinar sulla genitorialità, sul benessere dei Caregiver.
Lodevole l’aspetto “pubblico”, di facciata. Dovrebbe avere la stessa considerazione quando parla delle proprie risorse e di persone vere.
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Silvio Ocone
da pensionato ferrovie dico semplicemente che è una vergogna per RFI e lo stato in particolare, negare diritto sacrosanto è da terzo mondo!!!! rivedete le vostre direttive!!!!