La mancata convergenza della Cgil sullo sciopero del 28 novembre promosso da USB e altre organizzazioni sta suscitando un dibattito fondato sul nulla. A parte qualche vecchio sempreverde che prova ad attribuirsi il ruolo di generoso pontiere, a me sembra che nessuno stia ragionando su questa scelta della Cgil che, lo dico subito, per me è ragionevole e giusta.
USB ha convocato uno sciopero generale e una manifestazione nazionale a Roma per il 28 e 29 novembre sulla scorta di un mandato vincolante su una piattaforma di lotta assolutamente chiara e dettagliata da parte dell’assemblea nazionale dei propri quadri e delegati, riuniti a Roma il 1 novembre.
Altrettanto, mi sembra di capire, ha fatto la Cgil con la sua assemblea nazionale decidendo di convocare lo sciopero generale il 12 dicembre.
Quindi la differenza di valutazione in ordine alla convocazione di uno sciopero generale non sta nella data ma nella piattaforma di lotta, cioè sui contenuti che si vuole far emergere attraverso il massimo strumento di lotta e di mobilitazione a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Se le piattaforme sono tanto diverse da non consentire una convergenza sulla stessa giornata è abbastanza naturale che questo non avvenga e non si realizzi quello che si è realizzato il 3 ottobre e che si è potuto realizzare unicamente perché la drammaticità del genocidio in corso del popolo Palestinese era al centro dello sciopero politico fuori dalle regole che il Paese, oltre le sigle sindacali, ha caparbiamente voluto effettuare anche cosciente dei rischi che si correvano.
Quando si convoca il 3° sciopero generale nel breve volgere di due mesi o poco più non lo si può fare a cuor leggero, come tante volte altri soggetti hanno fatto. Lo si fa perché una situazione insostenibile lo richiede e la piattaforma che lo convoca deve essere mirata esattamente sui motivi che hanno reso la situazione insostenibile e contenere proposte concrete, condivise e realizzabili come quella di partire da 2.000 euro di salario netto per tutti come paga base. Una proposta facile facile, ma che finora nessuno aveva avuto il coraggio di avanzare.
Tanti sono i motivi alla base della proclamazione, ciascuno può trovarli dettagliati sul sito USB, e ciascuno si accorgerà delle profonde differenze nell’impostazione, prima ancora che nel dettaglio, tra quelle emerse dall’assemblea USB del 1 novembre e quelle della CGIL.
Bene quindi ha fatto la Cgil – inviterei ad evitare personalizzazioni che lascerei alla Meloni in affanno di argomenti – a decidere di andare per la propria strada, decidendo la propria data in cui scioperare sulla propria piattaforma strutturalmente lontana anni luce da quella di USB. Un sussulto di consapevolezza che gli fa onore.
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franco
Pienamente d’accordo! La CGIL non può modificare la sua natura: di sindacato concertativo. .Chiunque pensi il contrario si illude e illude i lavoratori. La CGIL non è né conquistabile né riformabile. I lavoratori iscritti alla CGIL possono però scegliere di scioperare il 28 novembre insieme ai sindacati – e ai lavoratori -conflittuali. Rompendo gli ordini di scuderia.
Ezio
è quella parola, concertativo che ha rovinato le lotte sindacali da più di 30 anni! Sostenere un sistema di tipo concertativo con CISL e UIL altri sindacati piegati ai padroni, ha portato al nulla cosmico, impoverimento dei salari con contratti firmati da fame che non intaccano minimamente l’inflazione che subiamo! qualcuno ora ci sta’ dicendo che bisogna aumentare i contratti e il salario minimo, vedi Landini, ma di fatto quei contratti stracciati li ha firmati anche CGIL, allora cari signori per cambiare le cose bisogna scendere in piazza e lottare, credo che per riacquistare fiducia la CGIL debba staccarsi da quel partito che sostiene cioè PD,che non è altro che un partito moderato borghese senza interesse alcuno verso il mondo del lavoro e la società! sono affaristi che di fatto votano il rearm europe e non hanno detto che poco sul genocidio palestinese, salvo alcuni soggetti, ! prendiamo coscienza e scendiamo nelle piazze, se davvero si vuole cambiare il corso di questa storia c’è bisogno di unità e credo che se CGIL avesse voluto una piattaforma credibile e condivisa sì sarebbe potuta sicuramente fare con i sindacati di base!
Francesco
avevano perso il termine “sciopero” da anni, da tutti quei finti scioperi gridato ai quattro venti e poi ritirati perché avevano trovato subito la quadra con i loro compari di ogni governo e di altri “sindacati”.
è giusto che vadano da soli, sempre più soli, e che i lavoratori vadano altrove, tipo USB, per formare il più grande SINDACATO DEI LAVORATORI, CON I LAVORATORI, PER I LAVORATORI.
Kolektanto
I lavoratori hanno un’impellente necessità: liberarsi dal controllo che su di loro esercitano il PD coi suoi alleati elettorali e la CGIL con gli altri due sindacati confederali.