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Lavorare uccide: oggi tre morti

In Italia a lavorare sono sempre di meno, e chi ha la ‘fortuna’ di lavorare deve fare i conti con una legislazione lacunosa e con un crescente disinvestimento progressivo da parte degli imprenditori – privati ma anche pubblici – dalla sicurezza sul lavoro. Rispettare le norme di sicurezza rallenta i ritmi e costa, e in periodo di competizione globale non è il caso, pensano padroni e padroncini, di rinunciare a preziosi profitti, anche se ciò potrebbe costare la vita a qualche operaio o dipendente.

Solo oggi in tre hanno perso la vita in tre diversi episodi.

A Pescina, vicino l’Aquila, un operaio di 38 anni è caduto dal tetto di un capannone su cui stava lavorando. Francesco Trabalsi, questo il nome dell’operaio, era sul tetto di un capannone dell’azienda Cerone Calcestruzzi per cui lavorava, quando è caduto accidentalmente.

In provincia di Taranto, a Castellaneta, invece, un operaio albanese è stato travolto da un muletto mentre stava raccogliendo l’uva all’interno di un’azienda agricola. Soccorso da personale del 118, il 37enne è morto poco dopo per le gravi lesioni riportate.

 

Un altro uomo è morto mentre lavorava vicino a un costone roccioso a Positano, in provincia di Salerno. L’operaio, Giovanni Celentano, 55 anni, stava smontando una tenda in un albergo della zona quando la scala sulla quale era salito si è ribaltata finendo su di un muretto, facendolo precipitare sugli scogli da un’altezza di 30 metri. Per l’uomo non c’è stato nulla da fare. 

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