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Dopo “Presa diretta” i poliziotti invitano all’illegalità

Il senso del dovere e dello Stato ce l’hanno così ben chiaro che invitano i poliziotti a commettere un’infrazione legale supplementare, garantendo persino la “tutela legale” per quanti seguiranno le loro indicazioni. Diciamo che una cosa così infame può accadere soltanto in un paese cerebroleso sul piano “istituzionale”, prima ancora che politico o civile.

La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia – uno dei tanti sindacatini di categoria e di destra presenti nella polizia di Stato – ha diramato la seguente nota: ”Invitiamo tutti i poliziotti italiani a non pagare il canone Rai garantendogli se necessario la tutela legale”.

La ragione è leggermente sordida: la trasmissione Rai “Presa diretta”, che ha ricostruito un numero spaventoso di omicidi in questura o in caserma e fatti passare per “malori”,è ricultata ai loro occhi “offensiva”.

Dicono infatti: ”contro l’informazione del servizio pubblico della trasmissione Presa diretta andata in onda il 6 gennaio 2014 su Rai 3. Nella prima di una serie di inchieste, intitolata ‘Morti di Stato’, Riccardo Iacona e la sua squadra di Presa Diretta hanno raccontato tutta una serie di presunti abusi che le forze di polizia avrebbero inflitto negli ultimi anni a cittadini inermi”. Talmente “presunti” che ne sono morti…

Il “segretario generale”, tal Giorgio Innocenzi, non lesina i giudizi offensivi (questi sì): “Una trasmissione vergognosa che infanga la professionalità e l’onestà di tutti gli appartenenti alle forze di polizia, ma soprattutto disconosce il contributo di sangue versato da tanti eroi in divisa nell’adempimento del dovere. Gli autori saranno chiamati a rispondere davanti ai giudici”.

”E’ inaccettabile che una azienda che si definisce servizio pubblico e per questo chiede ogni anno una salata gabella ai cittadini italiani ospiti programmi faziosi che istigano all’odio contro i poliziotti, noi crediamo che di questo servizio pubblico il nostro paese possa fare benissimo a meno e manifestiamo il dissenso invitando tutti i poliziotti a non pagare il canone Rai per il 2014”.

Difficile commentare questo delirio senza scadere in un linguaggio – ops! – da caserma. Un “servitore dello Stato” dovrebbe sentirsi “offeso nella propria professionalità” ogni volta che un essere umano “preso in custodia” muore sotto i suoi occhi; anche se fosse per un effettivo malore o malattia. Ma se queste morti, come ampiamente documentato in decine di casi e qualche processo, avvengono dopo uno spargimento di sangue, tra ecchimosi ed ematomi che nessuno potrebbe procurarsi con le sole proprie forze, ecc, quello stesso “servitore dello Stato” dovrebbe essere il primo a chiedere “chiarezza” su quanto avvenuto.

E non certo invitare gli altri “servitori” a commettere un ulteriore infrazione – il canone è obbligatorio per tutti i possessori di un apparecchio televisivo – solo perché una trasmissione ricostruice con obiettività una serie di episodi che, in altri tempi, sarebbero stati attribuiti a “mele marce”. Qui, invece, si pretende che il marciume si riconosciuto come “normale “. Anzi, come “legge”.

Un po’ quello che sta al fondo della serie “gli anni spezzati”, par di capire….

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