da Giustiziami – L’ex capo della procura di Torino Giancarlo Caselli, da poco in pensione, è stato denunciato il 29 aprile scorso a Milano per abuso d’ufficio e peculato dall’avvocato Alessio Ariotto. Caselli, prima che venisse aperto alcun fascicolo, aveva incaricato la Digos di svolgere indagini sul alcune frasi postate dall’avvocato Ariotto sul proprio account di Facebook. E sulla base di quelle indagini Caselli, allora capo dei pm di Torino, presentava querela per diffamazione, ritenendo che il suo onore fosse stato oltraggiato.
Secondo legalteamitalia.it, che esprime solidarietà al collega Ariotto, Caselli ha utilizzato un apparato dello Stato perché conducesse indagini come fosse un’agenzia investigativa privata per il suo privato interesse in quanto dirette su un soggetto che egli intendeva querelare.
Gli avvocati di legalteamitalia.it affermano in un comunicato che la conduzione dei processi in corso a Torino sulle mobilitazioni NoTav non dà piena garanzia ai diritti di difesa dfegli imputati. Sarebbe stata fatta la scelta di “drammatizzare la situazione e criminalizzare il diritto di manifestare con la celebrazione dei processi nell’aula bunker, le imputazioni di terrorismo e il regime carcerario speciale per gli imputati…. un clima da anni di piombo artificioso e tendente ad accreditare la figura dell’oppositore politico come un nemico dello Stato verso il quale applicare un diverso diritto penale, il diritto penale del nemico”.
Toccherà alla procura di Milano, competente per le vicende in cui sono coinvolti magistrati in servizio a Torino, verificare se Caselli ha utilizzato per scopi privati le risorse dei pubblici uffici. A Torino il 22 maggio inizierà il processo ai 4 militanti NoTav in carcere per aver distrutto un compressore in un cantiere e accusati di aver agito con finalità di terrorismo, con danni all’immagine dell’Italia e della Ue. Rischiano fino a 30 anni di carcere. Le difese degli imputati, facendo riferimento anche al caso Caselli-Ariottoi, chiederanno il trasferimento del processo per legittima suspicione in quanto la sede del capoluogo torinese non garantirebbe la serenità nè l’imparzialità del giudizio. A Torino inoltre è in corso un altro processo a un avvocato che aveva criticato il pm genovese il quale si era occupato del procedimento per l’uccisione di Carlo Giuliani finito con l’archiviazione (frank cimini)
da NoTav.info
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