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Stati Uniti. La polizia boicotta Beyoncè in versione ‘black panther’

Quella della nota cantante pop statunitense, ovviamente, deve essere considerata una pura e azzeccata operazione di tipo commerciale anche se forse alcuni dei suoi ideatori ne hanno approfittato per esplicitare un afflato a lungo represso. 

Un’operazione che sembra già aumentare le quotazioni dell’artista, con i biglietti del suo tour che nei botteghini vanno a ruba, dopo che Beyoncè, in occasione del Super Bowl – uno degli appuntamenti sportivi e mediatici più seguiti negli States e non solo – si è presentata in versione Black Panther, accompagnata da uno stuolo di ballerine travestite da militanti del movimento per la ‘coscienza nera’. Con tanto di pugno alzato nel saluto tipico dei militanti degli anni ’70 e ’80, molti dei quali sono nel frattempo finiti in galera o al cimitero sotto i colpi della repressione scatenata dallo stato.
Il tutto a coreografia del brano ‘Formation’, dall’esplicito significato politico assai critico nei confronti delle discriminazioni che la popolazione afroamericana degli Stati Uniti deve soffrire ad opera delle istituzioni e delle violenze che un giorno sì e l’altro pure vedono protagonisti esponenti delle cosiddette forze dell’ordine. Le ballerine hanno reso omaggio niente meno che a Malcolm X e hanno denunciato il feroce assassinio nel dicembre scorso a San Francisco di Mario Woods, un giovanissimo afroamericano abbattuto da ben 20 proiettili (di cui sei alla schiena).
Se la canzone è un vero e proprio inno all’orgoglio “negro”, il video mostra momenti di conflitto tra manifestanti neri e polizia per concludersi con gli agenti e i giovani neri che alzano le mani in nome degli slogan – “Stop shooting us” e “Hands up don’t shot” – che contraddistinguono da qualche tempo le mobilitazioni del movimento ‘Black Lives Matter movement’ nato dopo l’uccisione di Michael Brown e gli scontri di Ferguson del 2014.
Un’operazione commerciale, si diceva, che però la dice lunga sul cambiamento di clima negli Stati Uniti, scossi ormai da anni da continue manifestazioni e proteste contro gli abusi della polizia, quegli abusi che sfociano molto spesso in omicidi brutali e a sangue freddo non solo di malviventi armati fino ai denti, ma anche di inermi cittadini freddati dai pistoleros in divisa o strangolati da agenti troppo violenti. D’altronde qualcosa, dall’altra parte dell’oceano, deve essere cambiato  se un socialdemocratico (che da quelle parti è come dire “comunista”) come Bernie Sanders raccoglie così tanti consensi nelle primarie del Partito Democratico contendendo addirittura la nomina a un pezzo da novanta dell’apparato come Hillary Clinton.
I manager e i discografici di Beyoncè hanno colto la palla al balzo e dato al pubblico un prodotto in linea con i nuovi tempi. Ma la trovata non è affatto piaciuta ai sindacati di polizia e agli ambienti più reazionari delle forze dell’ordine che, così come era già accaduto poche settimane fa nei confronti di Quentin Tarantino, reo di aver partecipato addirittura ad un corteo contro la brutalità delle forze dell’ordine, hanno ora indetto un boicottaggio nei confronti dell’artista trentaquattrenne.
Ad esempio il “Miami Fraternal Order of Police” ha fatto sapere che boicotterà il concerto di Beyoncè previsto il 26 aprile in Florida. «Il fatto che Beyoncé abbia usato il tempo a sua disposizione al Super Bowl di quest’anno per promuovere il movimento delle Black Panthers e il suo messaggio anti polizia dimostra come lei non supporti le forze dell’ordine» ha scritto in un comunicato il presidente dell’associazione dei poliziotti Javier Ortiz, che ha invitato i suoi colleghi di tutti gli Stati Uniti a rifiutarsi di prestare servizio in occasione dei concerti della contestata cantante.
“Non ho guardato il suo show al SuperBowl per rispetto alla nostra professione”, ha detto Ortiz al quale ha fatto eco Ed Mullins,  presidente della Sergeants Benevolent Association di New York: “Tutti i poliziotti d’America devono far capire che non sono cattivi ma lei deve smettere di rappresentarci come tali”. Anche l’ex sindaco della Grande Mela Rudy Giuliani ha avuto parole di rimprovero per Beyoncè la cui esibizioni è stata definita dall’italoamericano «Semplicemente ridicola. Trovo orribile che abbia usato un evento sportivo per attaccare il corpo di polizia».
Ma al raduno indetto il 17 febbraio contro la cantante a New York si sono presentate solo tre persone. Colpa del freddo e del giorno feriale, si sono giustificati i promotori dell’iniziativa…

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