Sulla Grecia è stato condotto un esperimento violento di distruzione di un sistema economico-sociale. Ma è sta per questo diventando anche un esempio di come funzionano i meccanismi del capitalismo attuale, che sovradeterminano la politica e se ne servono. A livello locale come a livello globale.
L’esito delle elezioni, da Atene, fa capire lo spirito con ciui sono state seguite dai “mercati internazionali”. Le borse asiatiche – le prime ad aprire – salutano con segnali positivi la vittoria del fronte pro-euro. Mentre l’euro si rafforza rispetto alle altre valute. La Borsa di Tokyo chiude la prima parte delle negoziazioni in rialzo dell’1,76%. L’indice Nikkei, dopo un massimo della giornata a quota 8.766,56 (+2,30%) si attesta a 8.720,27 punti. Segnale di fiducia che arriva dopo quello australiano, piazza dove l’euro ha raggiunto un picco di 1,2739 dollari (ai massimi da diverse settimane).
Anche Hong Kong comincia con uno slancio la giornata di contrattazioni del dopo voto greco: l’indice Hang Seng ha aperto con +1,79% (a 19.578, 13 punti, in rialzo di 344,19). L’australiano S&P/ASX200 ha aggiunto l’1,5% ai suoi 4.118,20 punti e il Kospi sudcoreano è cresciuto del 2,1%. Lieve rialzo anche a Shanghai: l’indice Composite ha cominciato con +0,29% rispetto alla chiusura di venerdì (2.313,53).
I numeri segnalano una certa fiducia e un senso di scampato pericolo, spiega Masahiro Yamaguchi, manager della Mizuho Securities Co. a Tokyo: «C’è un rimbalzo perché il rischio si è ridotto. La sensazione è che, per adesso, le cose siano a posto. Anche se la soluzione è lontana». Un invito alla prudenza condiviso anche da un analista della DBS Bank a Singapore che commenta: «Il risultato di Atene, che è benvenuto, non significa che i greci abbiano accolto tutte le riforme legate al pacchetto di aiuti. Significa soltanto che la paura ha prevalso sulla rabbia».
Missione compiuta, dunque. Questi commenti segnalano una sola cosa: “in Grecia abbiamo vinto noi, possiamo continuare l’esperimento e fa girare per un altro po’ il mercato al suono della nostra musica”.
Ma non cercate un “progetto” di lunga durata, non c’è. Si tira avanti alla giornata, la crisi continua.
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