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Undici milioni di case sfitte in Europa. Le nuove “enclosures”

Il quotidiano inglese The Guardian ha condotto una inchiesta dai risultati scandalosi ma non certo imprevedibili. Nei paesi europei ci sono oltre 11 milioni di case vuote mentre ci sono 4,1 milioni di senzatetto. Il Guardian ha analizzato i dati delle proprietà immobiliari regolarmente registrati nei singoli Stati europei, case e immobili lasciati volutamente disabitati o inutilizzati, spesso fin dal giorno in cui sono state costruite. Molte sono state acquistate come seconde o terze case, infatti molti di questi alloggi sono situati in località turistiche durante il boom delle “seconde case” precedente alla crisi dei mutui immobiliari. Altre sono state costruite come semplice investimento. In testa a questa classifica c’è ovviamente la Spagna, dove l’ultimo censimento ha permesso di quantificare in oltre 3,4 milioni il numero di abitazioni vuote. Secondo il governo spagnolo nel paese ci sarebbero almeno altre 500mila costruzioni abbandonate dai costruttori prima ancora che fossero completate perché nessuno le ha più volute o non era più in grado di pagarle.

Lo scandalo immobiliare riguarda ovviamente anche l’ Italia, dove le case rimaste vuote, accertate su dati del 2012, sono circa 2 milioni. In Francia le case sfitte sono 2,4 milioni, in Germania le abitazioni non occupate sono 1,8 milioni e in Gran Bretagna superano le settecentomila.

Il parlamento europeo a gennaio aveva approvato una risoluzione per invitare i governi dell’Unione Europea a definire una strategia per risolvere il problema dei senzatetto, ma dentro le priorità di interessi di “questa Unione” appare decisamente improbabile che questa risoluzione possa tradursi in leggi che impongano in qualche modo di mettere fine a questo scandalo.

Ma lo scandalo, a ben guardare, ha una sua storia e una sua natura che risale alle origini del capitalismo moderno: quello della recintazione delle terre o enclosures. L’appropriazione privata delle terre comuni era servita all’espulsione della forza lavoro dalle campagne per obbligarla ad ammassarsi nelle città e rendersi disponibile alle esigenze della rivoluzione industriale. Engels racconta mirabilmente le conseguenze di tale processo nelle città inglesi ed in particolare a Manchester.

Nell’epoca del capitalismo mercantilista moderno, la massiccia appropriazione privata di un bene necessario come l’abitazione, intende costringere la forza lavoro a rimanere “ammassata” nelle metropoli – veri e propri magazzini di forza lavoro a buon mercato – ma a rimanerci in condizione di totale subalternità non solo sul piano lavorativo ma anche abitativo. L’appropriazione privata di un bene che pure appare disponibile e sovrabbondante (vedi le case sfitte) lo rende di fatto un “bene scarso” e quindi il suo prezzo non scende, anzi viene mantenuto artificialmente alto per assicurare rendita e profitto, anche rimanendo inutilizzato in presenza di una forte domanda di abitazioni a prezzi accessibili da parte di milioni di famiglie senza casa. Sulla base di tali “scandalosi” dati di fatto, si può ben comprendere perchè gli attivisti e i movimenti che si battono per il diritto all’abitare siano considerati un pericolo e vengano perseguiti dalle autorità dei governi europei come accade nel nostro paese o in Spagna. Quando si afferma che il capitalismo è barbarie significa esattamente anche questo.

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