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Alstom, due imperialismi a confronto

Il mercato è sovrano fino ad un certo punto. Quando si vanno a toccare settori strategici chi ha alle spalle uno Stato si guarda bene dal lasciare campo libero agli “spiriti animali” e fa valere il peso della decisione pubblica.

Il contrario di quanto è avvenuto in Italia negli ultimi venticinque anni.

Una partita strategica si va giocando tra Francia, Germania e Stati Uniti, anche se formalmente riguarda tra “normali” società multinazionali private: Alstom, Siemens e General Electric. Il settore strategico in ballo è quello dell’energia, non a caso sempre più al centro di conflitti economici ma più spesso guerreggiati (se “l’interlocutore” è abbastanza piccolo da non procurare spaventi).

Il consiglio di amministrazione della società francese si è riunito per decidere sull’offerta di acquisto delle proprie attività energetiche da parte della statunitense General Electric. Il governo Hollande, che non era stato ufficialmente preavvertito, si è mosso quando la tedesca Siemens gli ha comunicato di aver avanzato a sua volta un’offerta, piuttosto intrigante. I tedeschi si propongono infatti di accorpare le rispettive attività energetiche dando in cambio ad Alstom (forte anche nella produzione di locomotori e treni ad alta velocità) le proprie attività nel trasporto ferroviario.

Uno scambio tra europei, quasi alla pari in termini di valore (10-11 miliardi l’energia di Alstom, 7,4 i treni Ice di Siemens), con garanzie almeno triennali di salvaguardia dell’occupazione (operai francesi, naturalmente) e poi si vedrà. In più, quel tocco di “patriottismo economico” che non dispiace ai francesi in genere e al nuovo ministro dell’economia – Arnaud Montebourg – in particolare: “ In questo modo – spiega l’a.d. Tedesco Kaeser – si creerebbero due leader europei e mondiali”. Una riedizione del consorzio Airbus (trasporto aereo)per il settore dell’energia e del trasporto ferroviario.

E proprio Montebourg ha preso carta e penna per “suggerire” al cda di Alstom di prendere adeguatamente in considerazione l’offerta tedesca. Una lettera non proprio amichevole e dai toni ultimativi: “Il Governo, così come i dipendenti della società, ha saputo dell’esistenza di una proposta General Electric giovedì mattina, da un lancio dell’agenzia di stampa Bloomberg. Nel contempo, Siemens ha formulato un’altra proposta, con la possibilità di creare due campioni europei e mondiali. Dell’energia intorno a Siemens e dei trasporti intorno ad Alstom. Ge e Siemens sono due investitori importanti in Francia e due attori di primo piano e il Governo è pronto a esaminare i loro progetti e a parteciparvi finanziariamente, con la sola preoccupazione di proteggere gli interessi industriali francesi. Ge e Alstom hanno il loro calendario, che è quello degli azionisti, ma il Governo ha il suo, che è quello della sovranità economica”.

Un comandamento assoluto del neoliberismo (“creare valore per gli azionisti”) contrapposto frontalmente all’interesse politico (“mantenere la sovranità economica”).

Per esser certo di farsi capire, Montebourg ha minacciato senza mezzi termini: “Bisogna forse ricordare che Alstom vive di commesse pubbliche e del sostegno pubblico all’export”? Tradotto: se fate la scelta sbagliata le commesse ve lo dovrete andare a cercare altrove, non qui in Francia (esplicito), né in Germania (per simmetria di interessi).

La chiusura del testo non ammette peraltro interpretazioni differenti: “Ecco perché il Governo auspica di poter disporre del tempo necessario a un serio esame delle proposte. Auspica ugualmente che Alstom valuti con attenzione l’insieme delle offerte ricevute. Alla luce della rilevanza strategica per l’industria e l’economia francesi, il Governo non accetterà che una decisione venga presa precipitosamente”.

Al contrario che in Italia, le imprese sono abituate a fare i conti con la politica e non a darle semplicemente una lista di “desiderata”. Quindi il cda di Alstom ha diffuso una nota in cui dichiara che “prosegue e approfondisce la propria riflessione strategica” e che “informerà il mercato entro il mattino di mercoledì prossimo 30 aprile”.

Non bisogna comunque credere che per Hollande la partita possa produrre un gudagno politico forte. Alstom era stata salvata da Sarkozy quasi 10 anni fa. Quindi se viene scelta la proposta americana verrà accusato di aver smantellato un “campione nazionale” (le attività energetiche costituiscono il 70% del fatturato della società). Se vince Siemens verrà accusato di violare la sovranità dei mercati.

A noi sembra invece chiaro che la partita per la concentrazione dei capitali, specie nei settori strategici, è un capitolo della guerra per l’egemonia globale. La proposta Siemens punta a rafforzare l’imperiaslimo europeo, anche a costo di scontentare l’”amico americano”. General Electric, nemmeno troppo segretamente, punta all’opposto a indebolire la già scarsa indipendenza energetica del Vecchio Continente.

È il capitolo di un percorso di guerra, non un semplice affare economico.

 

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