Partiamo dalla “buona” notizia. Il dato di giugno conferma che il mercato europeo dell’auto traguarda risultati positivi da 10 mesi consecutivi. In giugno le immatricolazioni sono state 1.189.143 con una crescita sullo stesso mese del 2013 del 4,5%, mentre il bilancio del primo semestre chiude con un incremento del +6,5%. Mentre l’Italia in questo periodo ha fatto segnare un giugno a +3,8% e un primo semestre al +3,3%.
E’ la “ripresa”? Manco per sogno.
Lo afferma Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, sottolineandeo tuttavia che “c’è poco da stare allegri, purtroppo”.
“Prima di tutto – spiega – la serie storica degli incrementi mostra un tendenziale che rallenta la crescita. Ma quello che deve essere sottolineato è che tra questi volumi e quelli pre-crisi c’è un abisso siderale. Infatti, per quel che riguarda l’Italia, se venisse confermato questo trend chiuderemmo a circa 1.350.000. Un livello critico, da allarme rosso, insufficiente per reggere la filiera. Basti pensare che il 2012, anno horribilis per il nostro settore, aveva chiuso a circa 1.400.000 immatricolazioni. Oramai è chiaro: siamo bloccati in numeri che non ci appartengono. E questo con un’aggravante: il mercato dei privati, ossia delle famiglie, segna un rallentamento, mentre l’aumento è tutto nel noleggio, nelle aziende e nelle km zero. Non basta quindi leggere un segno ‘più’ per parlare di ripresa ma bisogna entrare nel merito delle cifre e di come vengono costruite e presentate.”
Federauto fa notare poi che all’interno del mercato europeo i vari paesi sono sulle montagne russe, tra chi sale e chi scende, ad esempio in giugno Grecia +41%, Spagna +23,9%, Regno Unito +6,2%, Francia +2,5% ma Germania -1,9%.
Ecco perché, dunque, la famiglia Agnelli starebbe seriamente valutando l’opportunità di abbandonare lo storico business che l’ha resa famosa.
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