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Crolla l’export italiano in Russia. Colpa delle sanzioni contro Mosca

Si fanno sentire in maniera assai pesante gli effetti delle contro sanzioni spiccate dalla Russia contro l’Unione Europea, gli Stati Uniti e altri paesi che precedentemente avevano deciso di colpire l’economia della Federazione Russa per punire Mosca dopo la sua reazione al colpo di stato filoccidentale che nel febbraio scorso ha portato al potere a Kiev un regime nazionalista.

A causa delle contro sanzioni russe sono crollate del 63% in un solo mese le esportazioni di prodotti agricoli in Russia. E’ questo un primo bilancio dell’embargo scattato dal 7 agosto con il divieto all’ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’embargo nel “mercato dei prodotti alimentari Made in Italy in Russia” presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione a Cernobbio sulla base dei dati Istat relativi al mese di agosto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Complessivamente – sottolinea la Coldiretti – si è verificato un calo delle esportazioni di tutti i prodotti Made in Italy del 16,4% con un taglio di 33 milioni di euro che riguarda tutti i principali settori, dall’agricoltura al tessile (-24,8%), dai mezzi di trasporto (-50,1%) ai mobili (-17,8%), dai farmaceutici (-32,3%) agli apparecchi elettrici (-15,9%).

Dall’analisi è evidente – precisa la Coldiretti – che le tensioni politiche hanno avuto riflessi anche sugli scambi anche di prodotti non colpiti direttamente dall’embargo ma particolarmente significativi per l’Italia. Peraltro – continua la Coldiretti – la situazione è destinata a peggiorare nel tempo con l’esaurirsi delle scorte. La Coldiretti ha stimato danni diretti solo nel settore alimentare per un ammontare di circa 200 milioni di euro all’anno ai quali si sommano quelli indiretti dovuti alla perdita di immagine e di mercato.

In altri paesi europei – Spagna e Francia, ad esempio – contadini, allevatori e piccoli commercianti hanno protestato in maniera energica nei confronti dei rispettivi governi che hanno scelto di aderire ad una guerra commerciale contro la Russia per meri fini politici ed egemonici, colpendo così le rispettive economie nazionali. In Italia per ora non si sono viste invece manifestazioni popolari – tranne qualche iniziativa strumentale della Lega Nord – che chiedano al governo Renzi di ritirare le irresponsabili sanzioni varate contro la Russia permettendo così che Mosca faccia lo stesso e tirandosi fuori da uno schieramento il cui unico interesse è colpire i paesi che si mettono di traverso rispetto alle mire egemoniche verso est dell’Unione Europea e degli Stati Uniti anche a costo di mandare in rovina decine di migliaia di piccole aziende e causare un drastico aumento della disoccupazione. 

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