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L’Italia dei bassi salari, certificata dall’Europa

In Italia i salari di chi ha un lavoro sono bassi, i più bassi dell'Eurozona dopo Spagna e Portogallo (la Grecia è addirittura finita fuori classifica). A certificarlo è Eurostat, l’istituto di statistica dell’Unione europea, che in un recente report ha fatto il punto sulle retribuzione del Vecchio continente.
La paga media oraria in Italia si ferma a 12,5 euro con un potere d’acquisto pari a 12,3 euro: all’interno dell’Unione europea (quindi oltre l'Eurozona) la media è di 13,2 euro l’ora, ma il dato è condizionato dai bassi salari dei Paesi dell’est entrati nella Ue dopo il 2004. Basti pensare, per esempio, che in Bulgaria il salario orario si ferma a 1,7 euro e in Romania arriva a 2 euro: in entrambi i Paesi, però, il potere d’acquisto dei salari è più alto.

Insomma l’Italia continua a rimanere in fondo alla classifica dei salari europei, a notevolissima distanza dalla ricca Germania, dai paesi scandinavi e persino dalla Francia dove i salari medi arrivano a 14,9 euro. Sempre secondo Eurostat i lavoratori italiani a basso reddito sono però  “solo” il 9,4%: si tratta dei dipendenti con un salario orario inferiore ai due terzi della paga oraria. La percentuale italiana è la più bassa della zona euro dopo Francia (8,8%), Finlandia (5,3%) e Belgio (3,8%), mentre la media continentale è al 17,2%. Ma la soglia del basso reddito lungo la Penisola è inferiore a tutte le altre economie comparabili: siamo a 8,3 euro all’ora in Italia, 10 euro in Francia, 10,5 euro in Germania, 13,4 in Irlanda, 9,9 nel Regno Unito, 10,7 in Olanda e 17 in Danimarca. Si scende a 6,6 euro in Spagna, poi è bassissima in Bulgaria (1,1) euro, Romania (1,4 euro), Portogallo (3,4), Slovacchia (2,9), Lettonia e Lituania (2,2), ma sono tutti Paesi che vantano un più alto potere d’acquisto.

A livello assoluto, invece, rimangono pronfonde le differenze di genere: il 21,1% delle donne è a basso reddito, contro il 13,5% degli uomini. Penalizzati anche i giovani lavoratori: quasi un uno su tre (30,1%) di chi ha meno di 30 anni, mentresi scende al 14% per i lavoratori  tra 30 e 59 anni.

Pochi giorni fa era stata l'Istat a certificare non solo che un quarto della popolazione italiana era ormai a livello di povertà ma che questa era dovuta in larga parte proprio ai bassi salari, i cosiddetti working poors.

Bassi salari tabella

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