Gli scenari possibili per l’Italia sono quattro, e vanno da un nuovo governo che riesca ad attuare le riforme a un salvataggio, passando dalla discesa in campo della Bce. Lo afferma il Financial Times, secondo il quale le autorità europee e gli analisti continuano al momento a ritenere che l’Italia debba risolvere i suoi problemi da sola.
Il primo scenario tratteggiato dal Financial Times si basa sulla solidità dei fondamentali italiani: «il livello del debito è alto ma il sistema bancario è solido e l’economia grande e diversificata. Quindi le riforme per ridurre il debito e spingere la crescita possono avere l’effetto immediato di farla uscire dall’attuale buco nero.
Il secondo scenario è l’accesso a una linea precauzionale di credito dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) o dal fondo salva-stati Efsf. »L’Efsf o il Fmi concederebbero all’Italia un limitato ammontare di credito, fra i 50 e gli 80 miliardi di euro, a rigide condizioni. Questo concederebbe credibilità al piano di riforme e risolverebbe il problema immediato, ovvero l’incapacità di ottenere prestiti a tassi sostenibili«.
Se i due primi scenari fallissero, la terza ipotesi del Financial Times è un salvataggio dell’Italia che, se seguisse le linee dei precedenti, sarebbe articolato in tre anni con l’Unione Europea e il Fmi che si farebbero carico del pagamento del debito italiano fino a un ritorno della fiducia. Il problema è la dimensione dell’Italia. La Grecia ha bisogno di 130 miliardi di euro in tre anni. L’Italia avrebbe bisogno dello stesso ammontare per sei mesi. L’Efsf, partito con 440 miliardi di euro, ha ora 250 miliardi di euro che scendono a 110 miliardi di euro visto che l’Italia contribuisce al fondo con 139 miliardi di euro. Ci sarebbe quindi bisogno di appoggiarsi al Fmi, che ha 300 miliardi di euro, una cifra appena sufficiente all’Italia per superare il prossimo anno”.
La quarta ipotesi è la Bce. Alcuni governi dell’area euro hanno suggerito che la Bce diventi il prestatore di ultima istanza: “La Bce ha un potere illimitato e può acquistare tutti i bond italiani, assicurando a Roma di ottenere prestiti a tassi bassi. La Fed e la banca centrale inglese lo fanno regolarmente. La Germania è contraria e ritiene che sia proibito dal Trattato di Lisbona, che governa le istituzioni europee”.
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