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Ricchi e poveri, la canzone stonata di questo paese

Nel 2017 sono state 2,7 milioni le persone in Italia costrette a ricorrere alle mense o all’aiuto delle organizzazioni assistenziali per poter mangiare. Tra le categorie più deboli figurano anche 455mila bimbi di età inferiore ai 15 anni, 200mila anziani ultrasessantacinquenni e, badate bene, solo 100mila senza fissa dimora.

I dati sono rilevati da un rapporto curato dalla Coldiretti, in cui si sottolinea come ci siano sempre più “nuovi poveri” (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che ricorrono alle mense per indigenti o ai pacchi alimentari.

Contestualmente a questo boom della povertà consolidato nel tempo e ormai quasi fisiologico, è emersa invece una evasione fiscale individuata per due miliardi e 300 milioni. Questo è quanto hanno sottratto al fisco i circa mille grandi evasori scoperti dalla Guardia di Finanza dal 1 gennaio del 2017 al 31 maggio di quest’anno. I Finanzieri hanno anche individuato quasi 13mila evasori totali e contestato 23mila reati fiscali.

Dei 2,3 miliardi di imposte non pagate dai grandi evasori – e non si tratta di piccoli artigiani, commercianti o imprenditori ma di soggetti che si avvalgono di una rete di consulenti di studi tributari, più della metà – 1,3 miliardi – sono però già stati confiscati acquisiti in via definitiva al patrimonio dello Stato.

I dati di quasi un anno e mezzo di attività sono stati resi noti in occasione della festa del Corpo: da gennaio 2017 sono stati scoperti anche 12.824 evasori totali, soggetti del tutto sconosciuti al fisco, che hanno evaso 5,8 miliardi di Iva. I finanzieri hanno inoltre portato alla luce quasi 23mila reati fiscali – il 67% dei quali riguardano emissione di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento di documenti contabile – e denunciato 17mila persone, di cui 378 arrestate.

E’ evidente che è questo mondo di ricchi evasori a guardare con interesse la Flat Tax all’esame del governo, una tassa che ridurrebbe notevolmente le aliquote fiscali sui redditi più alti mentre lascia invariate quelle sui redditi più bassi (una furbata). I sostenitori della Flat Tax spacciano la convinzione che se i più ricchi stanno meglio, qualcosa può sgocciolare anche verso il basso. Un dato questo contrastato però sia dalla composizione della ricchezza privata in Italia (al 95,5% composta da rendita immobiliare e finanziaria difficilmente “sgocciolabili”), sia dal fatto che il guadagno sulle attività finanziarie – legali o illegali – continua a essere immensamente superiore a quello legato a investimenti produttivi. Se il manico resta sempre e solo in mano all’iniziativa privata, da questo cul di sac non si uscirà mai.

Infine, nelle indagini della Guardia di Finanza sono emersi 30.818 i lavoratori in nero impiegati da 6.361 datori di lavoro, cinque lavoratori senza contributi ogni prenditore. Insomma, siamo sempre maggioranza. Basterebbe solo esserne coscienti per azzannare quelli giusti.

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