Se andate a vedere cosa sia diventato oggi il Fondo per le Vedove Scozzesi (lo Scottish Widows Investment”), potrete verificare che è uno dei fondi britannici di investimento più spregiudicati nella finanza internazionale. Ma quando è nato, nel 1812, era un fondo di mutuo soccorso per sostenere le vedove degli operai che morivano e che rimanevano senza alcuna forma di sussistenza. Poi i tempi sono cambiati, soprattutto grazie alle lotte del movimento operaio, e i vari sistemi di welfare hanno via via adottate strumenti per assicurare che vedove e orfani non rimanessero alla fame quando moriva il membro che assicurava il reddito attraverso il lavoro.
Nasce da questo il sistema delle pensioni di reversibilità, attraverso il quale il congiunto del lavoratore che muore ha diritto una parte delle pensione o della prestazione proporzionale dei contributi versati dal defunto. Le pensioni di reversibilità non sono poi tutte uguali, sia perché sono in proporzione al reddito del sopravvissuto, sia perché ci sono categorie (poliziotti, militari etc,) che prevedono una quota di reversibilità più alta che per altre.
Ma adesso i governi, sì perché se ne parla dal tempo del governo Renzi e non sarebbe corretto gettare la croce solo su quello attuale, vogliono rimettere le mani sulle pensioni di reversibilità, di cui usufruiscono in larga parte vedove, non per un per una variante “sessista” ma perché sopravvivono più a lungo degli uomini.
Sul piatto c’è un disegno di legge che intende legare le pensioni di reversibilità all’Isee del sopravvissuto e dunque con parametri assai più draconiani. Ciò significa che la pensione di reversibilità diventerà una prestazione assistenziale e non più uno strumento previdenziale. La differenza non è di lana caprina. Come noto l’Isee è stata ritoccata verso l’alto e praticamente per avere diritto alle prestazioni uno deve essere praticamente nullatenente. La sola casa di proprietà, anche per un disoccupato o una anziana, esclude il diritto alla prestazione sociale. Insomma uno dovrebbe mangiarsi le mattonelle del pavimento e le piante sul balcone. Si delinea con chiarezza, davanti ai nostri occhi, quello che abbiamo definito come il “welfare dei miserabili”.
Con i nuovi parametri, potrebbero saltare centinaia di migliaia di pensioni di reversibilità. E le vedove e gli orfani, come nell’Ottocento, torneranno a poter morire di fame. Oppure muoiono prima possibile anche loro, per salvare i “costi insostenibili della previdenza pubblica”. A meno che le vedove diventino degli squali della finanza come quelle scozzesi. Ma ci sono voluti quasi due secoli e le strade sono rimaste piene di morti e feriti. Ci si potrebbe fare un film.
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