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Autostrade e la “bastonata” ai Benetton. A conti fatti c’è poco da festeggiare

Oggi avevo mezz’oretta libera e mi sono messo a fare due calcoli sulla faccenda #Autostrade. Attualmente i Benetton hanno il 27% della società e alla fine del processo ipotizzato dal governo arriveranno al 10%.

Bene direte voi se passano dal 27% al 10% ciò vuol dire che sono stati bastonati malamente e hanno perso una barca di soldi. Ma purtroppo non è così. Questo 10% della nuova Aspi non sarà uguale al 10% dell’attuale Autostrade per l’Italia.

Nel mezzo infatti ci sarà l’aumento di capitale e quindi il 10% sarà calcolato su un capitale sociale che è aumentato rispetto a prima.

Nello specifico Cdp sottoscriverà un aumento di capitale tra i 3 e i 4 miliardi in modo da arrivare detenere il 33% e ciò vuol dire che la capitalizzazione si aggirerà presumibilmente tra i 10 e i 12 miliardi.

Tradotto alla fine della fiera ai Benetton rimarranno in mano quote per un valore compreso tra 1 e 1,2. miliardi. Prendendo per buona questa stima attualmente il loro 27% ha un valore che si aggira tra i 2,16 e i 2,4 mld. In pratica la perdita per i Benetton si aggirerebbe su 1,2 miliardi.

Ora direte voi: “vabbè non sono stati massacrati ma comunque è qualcosa!” Ma anche questo non è esatto.

Intanto Atlantia ha venduto le sue quote ad altri investitori istituzionali scelti da Cdp che alla fine avranno in mano il 22% della nuova Aspi. Il 22% avrebbe, sempre in base alla stima fatta in precedenza, un valore compreso tra i 2,2 e i 2,65 mld.

Da questa vendita ai Benetton arriveranno quindi tra i 594 e i 715 milioni. Tra possesso delle quote e introiti della vendita delle azioni in tasca i Benetton avranno tra 1,5 e 1,9 mld. Insomma una perdita di soli 500 milioni rispetto ad ora.

Si lo so adesso qualcuno dirà che non ho calcolato i 3,4 miliardi di risarcimento che i cari politici hanno detto che saranno i Benetton a pagare.

Ma anche questo è inesatto. Infatti i Benetton pagheranno solo per la quota di proprietà della società che detengono ovvero il 27% che tradotto significa 900 mln. Novecento milioni che già ho detratto dall’attuale valore di Aspi.

In realtà i presupposti a questi calcoli sono sbagliati, perché in caso di revoca Atlantia fallirebbe e i Benetton avrebbero zero e solo in caso di esito positivo del contenzioso sarebbero risarciti, ma a quel punto subentrerebbero i creditori e non beccherebbero nulla.

Morale della favola i Benetton, che sono potenzialmente falliti, se ne escono con un 10% di una società assai profittevole più 600 milioni che in totale fanno tra i 1,5 e 1,9 miliardi.

Lo Stato che se tutto andava male ci appizzava 7 miliardi, ne mette per mezzo di Cassa depositi e prestiti con certezza 4. Soldi che se investiti in modo diverso avrebbero avuto nel tempo forse una remunerazione più alta e quindi non possiamo definire a quanto ammonta l’esborso.

E non sappiano neanche se il coinvolgimento degli altri investitori istituzionali avrà in qualche modo un costo.

L’unica cosa certa di tutta sta storia è che banche e fondi di investimento che hanno in mano il debito di Aspi sono salvi e anche i Benetton se la cavano alla grande.

Io non so onestamente cosa abbiate da festeggiare.

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