L’Ocse – l’organizzazione dei paesi capitalisti più sviluppati – ha pubblicato il suo Rapporto Tax Wages 2021 che analizza la tassazione sui salari.
Dal rapporto emerge che in Italia il salario medio lordo è di poco più di 37 mila euro (37.178 euro), al di sotto di quello medio Ocse pari a 39.188 euro. Ma i salari lordi dei lavoratori italiani sono tassati del 29% contro il 24,9% della media Ocse (29.430 “puliti”). Il netto medio – quello che effettivamente si riceve a fine mese e che si può spendere – è dunque ancora più basso (26.396,38)…
Nel 2020, il costo del lavoro in Italia si è attestato a 48.919 euro l’anno nel caso di un lavoratore single senza figli, considerando le tasse sul reddito e i contributi delle imprese e dei lavoratori. Si tratta del diciannovesimo costo del lavoro più alto tra i 34 paesi dell’area Ocse.
La tassazione sul lavoro ha visto diminuire il cosiddetto cuneo fiscale. Tra il 2019 e il 2020, il cuneo fiscale è diminuito dal 47,9% al 46%, che è di 11,4 punti sopra la media Ocse, fissata al 34,6% (dal 35% del 2019). Si tratta del quarto cuneo fiscale più alto tra i 34 paesi dell’area Ocse, ma è anche vero che viene dopo Belgio (51,5%, Germania (49%) Austria (47,3%), ed è pari a quello della Francia è anch’esso al 46%.
Secondo l’Ocse, nel 2020 il cuneo fiscale sul salario medio di un lavoratore o lavoratrici single, si è attestato al 34,6%, in calo di 0,39 punti rispetto all’anno precedente. Questa diminuzione, sebbene significativa, è però inferiore a quella osservata durante la crisi finanziaria globale del 2007-2009, vale a dire 0,48 punti nel 2008 e 0,52 punti nel 2009. Il cuneo fiscale è aumentato in sette dei 37 paesi OCSE durante il periodo del 2019/20 e sono diminuite negli altru 29, principalmente a causa delle minori imposte sul reddito.
Il calo del cuneo fiscale è stato ancora più pronunciato per le famiglie con bambini, poiché le aliquote fiscali su questa categoria di famiglie hanno raggiunto nuovi minimi. Nel 2020 il cuneo fiscale medio per le coppie con figli e un lavoratore single retribuito con salario medio si è attestato al 24,4%, in calo di 1,1 punti rispetto al 2019.
In Italia la ripartizione delle quote di contributi fiscali che determinano il costo del lavoro vede ancora i contributi versati dalle imprese che rappresentano il 24% del totale, mentre i contributi dei lavoratori pesano per il 7,2% e la tassazione sul reddito per il 14,8%.
Resta come un macigno il problema che i salari dei lavoratori italiani sono sostanzialmente fermi da anni. Per i lavoratori italiani il salario lordo medio si colloca a livelli ben inferiori rispetto alla media degli altri Paesi dell’Eurozona e risulta di poco superiore solo a quello spagnolo.
Non solo. L’Italia ha un alto numero medio di ore lavorate all’anno per dipendente e allo stesso tempo la minor quota salari in percentuale del Pil. Insomma, in Italia si lavora di più – a causa della scarsa capacità tecnologica e ai bassi investimenti in innovazione del nostro sistema economico – ma si viene retribuiti molto meno.
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