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Macron, un presidente solo per ricchi

Non è esagerato dire che Emmanuel Macron è il presidente dei ricchi, amico della finanza, delle banche e delle multinazionali.  Mentre accelera, da una parte,  la marcia verso l’austerità e la precarietà con la «Loi Travail XXL», che penalizza i più poveri, sopprime 125.000 posti nella funzione pubblica e blocca la contingenza, moltiplica dall’altra i regali ai più ricchi, trasformando l’Imposta sul Patrimonio in Imposta sul Patrimonio Immobiliare, il che significa escluderne azioni, obbligazioni, assicurazioni sulla vita.

Il governo mantiene il monopolio del Ministero delle Finanze nel perseguimento delle frodi fiscali in tribunale. Conseguenza: solo il 2% delle infrazioni viene trasmesso alla giustizia. La soppressione di questo monopolio, votata al Senato su proposta del senatore Eric Bocquet (comunista) è annullata alla Camera, dominata dal partito/non partito di Macron. Il governo «né di destra né di sinistra» vara una riforma fiscale favorevole ai più ricchi, in nome di una teoria secondo la quale, se i ricchi diventano più ricchi, anche i più poveri ne approfittano.

La  riforma del Codice del Lavoro traduce in pratica l’idea che la flessibilità sia la sola maniera di ridurre la disoccupazione. E’ noto, invece (vedi le riforme Hartz entrate in vigore nella Repubblica federale tedesca fra il 2003 e il 2005), che la deregolamentazione del mercato del lavoro consente di ridurre la disoccupazione creando posti di lavoro precari e, di conseguenza, moltiplicando i lavoratori poveri e le diseguaglianze.

L’arrivo al potere di Macron e della Repubblica in marcia consente un rinnovamento della «classe»  politica sostituendola con persone venute dal settore privato, totalmente acquisite all’ideologia liberista e manageriale. Non sono certo governanti che vengono da multinazionali come Danone o Veolia a garantire l’interesse generale e la giustizia sociale. Muriel Pénicaud, ministra del Lavoro, ha guadagnato 1,13 milioni di euro in un giorno grazie al licenziamento di 900 persone, dipendenti del gruppo Danone, dove era responsabile delle Risorse umane. Come? Al corrente del piano di riduzione del personale, ha rivenduto le sue stock options a un prezzo più che vantaggioso.

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1 Commento


  • Vincitore Locarno

    “La riforma del Codice del Lavoro traduce in pratica l’idea che la flessibilità sia la sola maniera di ridurre la disoccupazione. E’ noto, invece (vedi le riforme Hartz entrate in vigore nella Repubblica federale tedesca fra il 2003 e il 2005), che la deregolamentazione del mercato del lavoro consente di ridurre la disoccupazione creando posti di lavoro precari e, di conseguenza, moltiplicando i lavoratori poveri e le diseguaglianze.” (cit.)

    Non credo sia loro interesse il benessere di chi lavora. L’obbiettivo di quelle cd. riforme deve solo permettere di dire in TV che la disoccupazione è diminuita (tranne poi schiaffare in sordina quando aumenta). Poi che sia lavoro precario, che si creino disuguaglianza, ti direbbero: benissimo!

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