Il presidente statunitense Trump è tornato a minacciare i propri “partner” dell’Unione Europea. I dazi saliranno al 35% se la Ue non manterrà fede agli investimenti promessi da 600 miliardi di dollari negli Usa. Trump, ha sottolineato che è stato proprio quest’impegno a consentire l’abbassamento dei dazi generali al 15% per l’Ue. Non su tutti i prodotti ovviamente. A parte acciaio e alluminio già “ superdaziati”, sui dazi sui prodotti farmaceutici importati negli USA, Trump avverte che potrebbero arrivare al 250%. “Applicheremo inizialmente una tariffa modesta sui prodotti farmaceutici, ma entro un anno, un anno e mezzo al massimo, salirà al 150% e poi al 250%, perché vogliamo che i prodotti farmaceutici siano fabbricati nel nostro Paese”, ha dichiarato il presidente americano.
Quasi tre aziende tedesche su quattro stanno risentendo degli effetti negativi dell’accordo sui dazi tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, con oltre la metà delle imprese che si aspetta nuove difficoltà. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dalla Camera di Commercio e Industria Tedesca (Dihk).
Secondo l’indagine, condotta su 3.500 aziende dal 31 luglio al 4 agosto, il 72% delle imprese tedesche sta già subendo l’impatto negativo della politica commerciale statunitense. Tra le aziende che intrattengono rapporti commerciali diretti con gli Stati Uniti, questa percentuale raggiunge l’89%
E mentre Trump torna a minacciare, la Commissione Europea conferma di aver sospeso le contromisure per i dazi imposti Usa sulle importazioni Ue. “Posso confermare – ha detto il portavoce al Commercio Olof Gill, durante il briefing con la stampa a Bruxelles – che la Commissione ha adottato oggi le procedure legali necessarie a sospendere l’attuazione delle nostre contromisure Ue, che sarebbero dovute entrare in vigore il 7 agosto. Questo avviene tramite la procedura d’urgenza”.
Un alto funzionario di Bruxelles ha fatto sapere che i lavori per stilare la dichiarazione congiunta che dovrebbe delimitare il campo dei negoziati tra Ue e Usa in campo commerciale, sono “molto avanti”, ma che i tempi della finalizzazione del testo dipendono essenzialmente dalle controparti Usa, che in questi giorni sono impegnate in negoziati con molti altri partner commerciali.
Ma attenzione, anche la dichiarazione comune non segnerebbe alcun accordo definitivo sui dazi. La dichiarazione Ue-Usa avrebbe dovuto essere pubblicata già venerdì scorso, ma è slittata a data da destinarsi. Oltre ai negoziati concomitanti che gli Usa stanno conducendo, incide sul ritardo anche il fatto che la Commissione tratta essenzialmente con tre interlocutori statunitensi: il Dipartimento del Commercio, l’ufficio del Rappresentante al Commercio e la Casa Bianca. La dichiarazione congiunta, essendo una dichiarazione, non è giuridicamente vincolante, come non lo era, a maggior ragione, l’accordo verbale raggiunto da Donald Trump e Ursula von der Leyen in Scozia.
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