Non accenna a calare la tensione attorno al sistema di radar e antenne che gli Stati Uniti vogliono costruire a Niscemi contro la volontà delle comunità locali e con il beneplacito del governo italiano.
Più volte in questi mesi gli attivisti dei comitati e dei coordinamenti contro il Muos – così si chiama il mostro che gli Usa vogliono realizzare a Niscemi – sono stati oggetto di repressione, denunce e tentativi di criminalizzazione, man mano che la loro mobilitazione cresceva e otteneva risultati importanti, rallentando non poco i piani di Washington e di chi in Itala sostiene lo scempio di un territorio teoricamente protetto.
E ieri Rocco Mogliarisi, un attivista di 22 anni, ha denunciato di essere stato malmenato da alcuni agenti all’interno di un commissariato di polizia dove si era recato rispondendo a un ‘invito’ della Polizia che gli aveva intimato di consegnare la sua patente in quanto accusato di essere scappato da un posto di blocco nei pressi del presidio dei No Muos in contrada Ulmo. Ma entrato all’interno della caserma, il ragazzo sarebbe stato condotto in una stanza appartata, l’archivio, e qui picchiato. «Mi hanno dato due ceffoni in una stanza al buio, non me l’aspettavo e ho sbattuto violentemente la testa su un armadio di ferro» ha denuncia il ragazzo che ha un evidente taglio sulla tempia e che i medici hanno voluto ricoverare all’ospedale di Niscemi, per tenerlo in osservazione per 48 ore. Mogliarisi ha spiegato di essere arrivato al commissariato dopo le 4,30 del pomeriggio, di aver consegnato la sua patente al poliziotto che lo aveva fermato qualche tempo prima e di essersi seduto nella sala d’attesa. La ricostruzione di quanto accaduto poi la riporta il sito http://ctzen.it:«A un certo punto mi chiamano due della Digos – spiega l’attivista – sapevo chi erano perché ormai li conosciamo, ma non capivo cosa potessero volere. Mi intimano con tono brusco di spegnere il cellulare, mi perquisiscono, quindimi fanno entrare in una stanza al buio, credo fosse un archivio. Uno di loro rimane sulla porta; l’altro, appena metto un piede dentro, mi dà due sberloni in faccia con violenza, tanto che sbatto la fronte su un armadietto di ferro. Ero totalmente nel panico, non me l’aspettavo». La paura ha cancellato dalla memoria di Mogliarisi parte di quello che l’uomo della Digos avrebbe urlato in quei frangenti. «Mi ricordo solo alcune frasi – continua il ragazzo – “Voi non sapete con chi avete a che fare, noi siamo gente con i coglioni e ci devi rispettare”».
Dopo che i media locali hanno cominciato a riportare la notizia, la Questura di Caltanissetta ha emesso una nota in cui nega le accuse.«E’ uscito tranquillamente dal commissariato alle quattro e mezza, solo due ore dopo è andato in ospedale. A noi non risulta nessuna aggressione, non è nostra abitudine» dice l’ufficio stampa della Questura. «Noi sappiamo che quando è entrato in commissariato stava bene,quando è uscito aveva un bernoccolo in testa ed è stato costretto ad andare in ospedale» ribattono altri attivisti dei Comitati No Muos che lo avevano accompagnato e che lo hanno visto uscire con una vistosa ferita alla testa dopo le 17. Il giorno stesso gli attivisti hanno organizzato un presidio di protesta proprio davanti al commissariato di Niscemi. «Abbiamo parlato con alcuni poliziotti – spiega Fabio D’Alessandro a ctzen.it– ma si sono giustificati dicendo che non erano sul posto quando è successo l’episodio».
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