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Roma. Il Diritto alla città diventa mobilitazione

Affollata assemblea in piazza sul “Diritto alla Città” tenutasi davanti ieri a Roma, al Cinema Palazzo. Sono stati affrontati diversi argomenti. L’assemblea è stata aperta, pubblica e condivisa e sono intervenute diverse realtà associative, gli spazi sociali occupati, i comitati delle occupazioni abitative e l’Unione Sindacale di Base.

Dopo aver trovato un minimo comune denominatore (valori unitari come l’antifascismo e la lotta alla repressione, fino alla salvaguardia dei beni comuni), si sono messe in campo le tante differenze, e si è arrivato a delineare dalle alterità, la necessità di istituire un percorso comune nato da un confronto aperto di idee e di punti di vista differenti.

Era chiaro che nonostante le molteplici difficoltà è stato aperto uno squarcio, e che i tantissimi partecipanti dell’assemblea sono persone che in questa città hanno deciso di non abbassare la testa.

Parafrasando Martin Heideggher su un concetto espresso sulle sculture, ci viene da dire che chi occupa uno spazio non lo riempie, ma lo crea: infatti l’attacco alle occupazioni sociali, da cui è partito questo cambio necessario di strategia, questa unificazione massiccia e partecipata di temi collettivi, ha creato, riempiendo Piazza Sanniti, una connettività reale, un’elettricità e una voglia di ampliare i propri orizzonti, e sfidare apertamente con iniziative sul territorio e mobilitazioni, il modello di una città che – come detto precedentemente in un altro articolo – si tramuta nella costruzione di una metropoli asettica e priva di vita. Un porcile.

Le prime mobilitazioni sono state lanciate; alcune date importanti come quella del 1 Ottobre sotto il Campidoglio, in occasione di un vertice di sindaci europei, per far capire al sindaco la vivacità e la forza di questa unificazione, e che la piega repressiva, dettata da alcuni organi di Stato che sembrano sempre più slegati da una politica reale, che deve ascoltare la cittadinanza, sono un attacco alla nostra stessa vita.

È parso chiaro infatti che “Diritto alla Città” sia un campo aperto, un movimento continuo che può riuscire ad essere il catalizzatore delle tantissime lotte nella città di Roma; di formare la coscienza storica che nella capitale si può e si deve cambiar passo, e dimostrare ad un livello nazionale che si può creare un’alternativa.

Comunicare che c’è una volontà politica e intellettiva, che si può ricominciare unificando temi come quelli del lavoro, dei trasporti, dell’emergenza abitativa e della cultura indipendente: che c’è un’avanguardia pronta a mettersi in gioco.

Oltre la mobilitazione cittadina del 1 Ottobre, lanciata per il summit a Roma di tutti i sindaci delle capitali europee, ci sono in campo anche tantissime iniziative sul territorio: assemblee, punti di aggregazione e mutuo soccorso, e iniziative culturali come quella della Notte Bianca dei Centri Sociali.

Oltre questo anche l’idea di formare uno sportello legale per gli spazi che hanno bisogno di aiuto, e di analisi di delibere vergognose come quella di Luigi Nieri, che mette a frutto gli spazi della città, privandoli strategicamente della capacità politica dei soggetti, e renderli un elemento di mero profitto; o del decreto all’interno dello “Sblocca Italia” che costringe i Beni Comuni, (acqua trasporti ecc) nella dissoluzione in società per azioni, difatti privatizzando quello che i cittadini hanno già espresso di voler mantenere pubblico.

Speriamo che il processo spontaneo da cui è nato questo percorso indichi una strada comune percorribile da tutti gli elementi che possiedono una coscienza, di entrare e di comunicare all’interno di questo movimento la loro passione ideologica e la voglia di ampliare con le proprie esperienze di lotta quotidiana i contenuti crescenti di “Diritto alla Città”.

 (la foto è di Xavier Tagliati)

 

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